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lunedì, maggio 15, 2017

A 100 ANNI DALLE APPARIZIONI,RIFLESSIONI SULL'ASPETTO UFOLOGICO DEI PRODIGI DI FATIMA




Il Sole, simile a una ruota di fuoco, sprizza getti di luce multicolore e, all'improvviso, divenuto rosso sangue, come staccato dal firmamento e lanciato da una mano invisibile, rimbalza nel cielo e cade verso terra!...

Com'è universalmente noto, nel 1917 a Fatima, un villaggio del Portogallo allora pressoché sconosciuto, la Madonna apparve in sei occasioni a tre pastorelli analfabeti. Nel corso delle sei apparizioni, e soprattutto nell'ultima, si verificarono dei prodigi di varia natura che ebbero l'effetto di far gridare al miracolo e di indurre poi le autorità ecclesiastiche, dopo il processo canonico, a permettere il culto ufficiale di «Nostra Signora di Fatima». Ebbene, gli studiosi dei «dischi volanti » hanno scoperto, o creduto di scoprire, che i prodigi di Fatima ebbero un aspetto ufologico. E se questo accostamento può apparire irrispettoso o addirittura blasfemo, è tuttavia giusto, come l'onestà intellettuale impone, far precedere a un giudizio troppo affrettato un'accurata documentazione. Giacché per Fatima tale documentazione esiste ed è alla portata di tutti: i giornali dell'epoca, i verbali delle inchieste, gli atti del processo canonico, i libri degli storici cattolici. Cosicché, mettendo a confronto i fenomeni miracolosi del 1917 cosi come risultano descritti dagli storici di Fatima, con quegli altri fenomeni che oggi vanno sotto il nome generico di «dischi volanti », ci sarà possibile accertare se la stupefacente scoperta degli ufologi ha un fondamento di verità o se è il frutto di una suggestione indotta da un esagerato gusto del fantastico. È quanto intendiamo fare. È necessaria una premessa: gli avvenimenti di Fatima hanno un duplice aspetto: uno mistico religioso, che si accentra e conchiude nei tre pastorelli protagonisti dei colloqui con la Madonna; ed uno più propriamente fisico fenomenico, che costituisce una specie di sfondo al primo e che si estrinseca in modo che potremmo definire «pubblico», nel senso che è percepito e constatato da tutti i testimoni e non soltanto dai tre veggenti. È soprattutto questo secondo aspetto che ci interessa in questa sede, restando fuori discussione, beninteso, che l'uno e l'altro appaiono inscindibili fra di loro, essendo sempre il manifestarsi del primo che provoca, o focalizza, il secondo.


Il «sole danzante» di Fatima



Riassumiamo brevemente gli avvenimenti di Fatima: il 13 maggio 1917 tre pastorelli analfabeti, Lucia dos Santos di 10 anni e i suoi due cuginetti Francesco e Giacinta Marto rispettivamente di 9 e 7 anni, hanno una prima visione di una «entità luminosa» che essi definiscono la Madonna e che raccomanda loro di tornare sul luogo, una piccola valle nei pressi di Fatima, la Cova da Iria nei cinque mesi successivi, lo stesso giorno alla stessa ora. La voce del prodigio si spande. Cominciano gli interrogatori, le accuse, le vessazioni. Ma l'apparizione, puntualmente, si manifesta i mesi successivi alla data indicata, e ogni volta di più aumenta il numero dei testimoni e dei curiosi. Affinché «tutti credano», l'apparizione ha promesso, per l'ultimo appuntamento, il 13 ottobre, un grande miracolo. E il 13 ottobre 1917 la Cova da Iria rigurgita di una folla immensa, accorsa da tutte le parti del Portogallo, valutata ad oltre cinquantamila persone. Piove a dirotto. Il cielo è coperto di nubi nere. A mezzogiorno, l'ora delle apparizioni, la «Signora di luce», che si rivelerà co-me la «Madonna del Rosario», appare puntualmente ai tre bambini. Essi soli, come al solito, la vedono. Gli altri, ammutoliti, non possono che assistere all'estasi dei pastorelli. Ma ad un tratto ecco il miracolo. Lucia si alza in piedi e grida: «guardate il sole! ». E lo spettacolo, grandioso, ha inizio. «La pioggia cessa immediatamente, le nubi si squarciano e appare il disco solare, come una luna d'argento, poi gira vorticosamente su se stesso simile ad una ruota di fuoco, proiettando in ogni direzione fasci di luce gialla, verde, rossa, azzurra, viola... che colorano fantasticamente le nubi del cielo, gli alberi, le rocce, la terra, la folla immensa. Si ferma, poi, alcuni momenti, poi ricomincia di nuovo la sua danza di luce come una girandola ricchissima, fatta dai più valenti pirotecnici. Si arresta ancora per incominciare una terza volta più svariato, più colorito, più brillante quel fuoco di artificio. La moltitudine estatica, senza fiatare, contempla. Ad un tratto tutti hanno la sensazione che il sole si stacchi dal firmamento e si precipiti su di loro! Un grido unico, immenso erompe da ogni petto; esso traduce il terrore di tutti, e nelle varie esclamazioni esprime i diversi sentimenti: Miracolo! Miracolo! Credo in Dio! Ave Maria! Mio Dio, misericordia! ... I più, cadendo ginocchioni nel fango, recitano ad alta voce l'atto di contrizione. E questo spettacolo, chiaramente distinto in tre tempi, dura ben 10 minuti ed è veduto da più di 50 mila persone; credenti e miscredenti, semplici contadini e cittadini colti, uomini di scienza, corrispondenti di giornali, e non pochi sedicenti liberi pensatori, i quali tutti senza preparazione di sorta, senza altra suggestione che la voce di una fanciulla che grida: Guardate il sole!, vedono gli stessi fenomeni, con le stesse fasi, nello stesso tempo, nel giorno e nell'ora da mesi promessi e preannunziati». Questa drammatica descrizione del cosiddetto «fenomeno solare» o del «sole danzante» di Fatima è opera del prof. L. Gonzaga Da Fonseca, uno dei più accurati e documentati storici del fatto. Ora, chi si è interessato anche superficialmente di fenomenologia UFO avrà già notato che le caratteristiche del «sole » di Fatima, ossia l'aspetto di ruota di fuoco, la rotazione su se stesso, l'emanazione di luci multicolori, il suo arrestarsi, il suo discendere verso il suolo, sembrano le stesse che migliaia di testimoni, dal 1947 ad oggi, hanno attribuito ai cosiddetti «dischi volanti». Ma prima di passare al confronto con alcuni casi UFO è opportuno approfondire la nostra conoscenza del fenomeno di Fatima, riferendo le versioni di alcuni testimoni oculari dalle quali emergono altri dettagli di importanza fondamentale. La testimonianza più autorevole è probabilmente quella del Dr. José Maria Proenca de Almeida Garret, professore all'università di Coimbra, che al momento del fenomeno si trovava a circa un centinaio di metri dal piccolo leccio su cui l'apparizione luminosa soleva manifestarsi ai tre bambini: «Erano quasi le due pomeridiane (poco dopo il mezzogiorno astronomico). Il sole qualche istante prima aveva rotto radioso il denso strato di nubi che lo velava, e tutti gli sguardi furono attratti a lui quasi attirati da calamita. Anch'io provai a fissarlo e lo vidi somigliante a un disco a netti contorni, fulgente ma senza barbaglio. Non mi sembrò esatto il confronto che sentii fare li stesso a Fatima, di un disco di argento appannato. No, il suo aspetto era di un chiarore nitido e cangiante da sembrare l'oriente di una perla ». «Non somigliava affatto alla luna in una notte serena: si aveva la sensazione come di un astro vivente. A differenza della luna non era sferico, e non ne aveva né il colore né i chiaroscuri. Appariva come un disco piatto e lucido che si sarebbe detto ricavato dalle valve di una conchiglia. Non si poteva nemmeno confondere col sole attraverso la nebbia, di cui non c'era traccia, poiché non era né confuso né velato, bensì aveva il bordo nettissimo. Questo bordo, vivo e sfolgorante, dette a numerosi testimoni l'impressione che l'astro fosse circondato da una scintillante corona ... Le nubi che leggere correvano da est verso ovest non nascondevano la luce dell'astro, cosicché si aveva l'impressione che esse passassero dietro il sole e non davanti... È sorprendente che per un tempo così lungo sia stato possibile fissare l'astro senza il minimo fastidio per gli occhi. Ad eccezione di due brevi interruzioni, durante le quali il sole dardeggiò violentemente dei raggi più brillanti e sfavillanti che costrinsero lo sguardo a voltarsi, il fenomeno si prolungò per circa 10 minuti. Questo disco madreperlaceo aveva la vertigine del movimento. Non era lo scintillio di una stella: girava su se stesso a velocità travolgente ». Il prof. Garret osserva a questo punto che mentre stava fissando il sole tutto si oscurava intorno a lui; e ammette di aver pensato ad un'eclisse. Ma un rapido sguardo all'intorno bastò a convincerlo che non si trattava di questo. Egli, che aveva in precedenza assistito ad un'eclisse totale di sole, sapeva che in tal caso l'oscurità si fa più spessa fino ad inghiottire tutto nelle tenebre. Ma a Fatima l'atmosfera, benché ad un certo momento fosse violetta, rimase trasparente fino alla linea dell'orizzonte. È il momento più spettacolare del fenomeno: il sole, divenuto come una ruota di fuoco, sprizza in tutte le direzioni getti di luce blu, rossa, violetta, gialla, verde. Tutte le cose sottostanti assumono, volta a volta, il colore di quelle luci roteanti. All'improvviso, il dramma: «Divenuto rosso sangue, e come staccato dal firmamento, il sole sembrò, come lanciato da una mano invisibile e onnipotente, rimbalzare nel cielo e cadere con una serie di salti verso terra, mentre la temperatura si elevava rapidamente ». Parve che nulla potesse evitare una catastrofe e che l'ingente mole dell'astro dovesse schiacciare la folla atterrita. Questo particolare del «sole che cade» è di estremo interesse e vale la pena di accennare all'opinione di altri testimoni oculari: alcuni videro l'astro avvicinarsi con un movimento a spirale; altri, i più, riferirono che il «sole» si avvicinava con una successione di piccoli salti, a zig zag. Quando la tragedia pareva ormai inevitabile, e la folla, inginocchiata nel fango, pregava recitando l'atto di contrizione, l'astro arrestò la sua caduta, quasi che la preghiera avesse avuto l'effetto di impietosirlo; ondeggiò; subito dopo, «come richiamato da un ordine misterioso, tornò a riprendere il suo posto nel firmamento». Particolare curioso: «Terminato il prodigio solare, la gente che poco prima era letteralmente inzuppata di pioggia, si trovò inaspettatamente asciutta». Il Da Fonseca riporta a questo riguardo la testimonianza di una popolana, Maria Alves: «Ma il bello è che fu proprio subito subito; e ci guardavamo l'una con l'altra a vedere come eravamo asciutte, e dicevamo: ma questo è un miracolo! Io avevo uno scialle verde. Mi bagnai tanto che la biancheria di sotto si era fatta tutta verde, grondante acqua.... Ma poi, non so come è stato ... ma subito mi trovai asciutta, proprio asciutta! »
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Allucinazione collettiva?


Prima di proseguire sarà bene sgombrare il campo dal sospetto che tutto quanto possa essere spiegabile con l’ipotesi della allucinazione collettiva, o con quella di un fenomeno naturale celeste. A quest'ultimo proposito sarà sufficiente rilevare che, come dice il Da Fonseca, nessun osservatorio astronomico registrò a quella data fenomeni celesti di qualsiasi natura. In particolare, il giornale massonico liberale «O Seculo» si preoccupò, nell'intento di ridicolizzare i fatti di Fatima, di intervistare il direttore dell'Osservatorio Astronomico di Lisbona. Costui ebbe a dichiarare che «nessuna perturbazione cosmica era stata segnalata» e che, a suo parere, non poteva trattarsi che di una allucinazione collettiva. Ipotesi, questa, abbastanza plausibile; ma alcuni fatti che ora diremo sembrano escluderla in modo perentorio. Anzitutto si deve osservare che nella moltitudine accorsa a Fatima si trovavano numerose persone venute esclusivamente per divertirsi alle spalle del popolino superstizioso e per assistere al crollo di una presunta montatura clericale. Gente, quindi, tutt'altro che disposta a lasciarsi suggestionare dall’atmosfera religiosa dell'ambiente. Valga per tutte la presenza del redattore capo di «O Seculo», Avellino d'Almeida, il quale, incredulo e libero pensatore, «dovette poi rendere omaggio alla verità» raccontando ai suoi lettori, invece della misera fine di un mito, la strabiliante «danza del sole». Il che, dice il Da Fonseca, «gli attirò gli strali del Libero Pensiero». Ammettiamo comunque che il particolare stato d'animo della folla abbia potuto contagiare anche gli increduli, e che pertanto tutte le oltre 50 mila persone convenute a Fatima siano state vittima di una colossale allucinazione. Come si spiega allora l'oggetto dell'allucinazione? Quale poteva essere la suggestione allucinatoria di tanta gente accorsa ad assistere all'apparizione della Madonna? È lecito pensare che al grido di Lucia: «guardate il sole!» la folla avesse immaginato di vedere la Vergine, o Gesù Cristo, o dei Santi, o degli Angeli. Niente di tutto questo. Invece di immagini divine, si vide un disco argenteo, brillante, che roteava vorticosamente emettendo luci multicolori, e che la gente identificò con il sole. Esiste tuttavia un ultimo fatto che, a nostro avviso, tronca definitivamente ogni discussione, ed è questo: il fenomeno solare fu osservato anche a diversi chilometri di distanza dalla Cova da Iria,da gente, perciò, che non poteva essere contagiata dall'atmosfera mistica del momento. Citiamo testualmente la testimonianza del reverendo Ignazio Pereira, allora studente di 9 anni alla scuola elementare di un piccolo villaggio in cima ad una collina distante circa 10 km da Fatima. « . . . S i era più o meno sul mezzogiorno, quando fummo allarmati dalle grida e dagli schiamazzi di alcuni uomini e donne che passavano sulla pubblica via dinanzi alla scuola... Fuori, la gente radunatasi piangeva e gridava ad alta voce, senza badare alle domande che, afflittissima, rivolgeva loro la nostra maestra. Era il grande miracolo, che si vedeva distintamente dall'alto del monte ov'è il mio paese ... Mi sento incapace di descriverlo ... Io guardavo fissamente il sole, e mi sembrava pallido e senza il solito abbagliante fulgore; pareva un globo di neve roteante sopra se stesso. Ad un tratto sembrò venire giù a zig zag minacciando di cadere sulla terra. Atterrito, completamente atterrito, corsi a mettermi fra il popolo; tutti piangevano, aspettando da un momento all'altro la fine del mondo ...». Un'altra fondamentale testimonianza è quella resa dal poeta Alfonso Lopez Vieira, che quel giorno si trovava a casa sua in San Pedro de Muel, a circa 35 km da Fatima, assorto in tutt'altri pensieri che quelli riguardanti l'apparizione della Madonna. Eppure, all'improvviso, egli si accorse con somma meraviglia che il «sole era stato preso dalla frenesia ». Ha senso ammettere che il contagio dell'allucinazione si fosse propagato a 35 chilometri di distanza?

 

 

l fenomeno solare di Fatima e la fenomenologia Ufo


Spogliata della sua cornice religiosa, l'osservazione del fenomeno solare di Fatima consiste in:

1) Apparizione di un disco argenteo a netti contorni, comodamente osservabile ad occhio nudo.
2) Rotazione vertiginosa del disco su se stesso. 
3) Cambiamento di colore del disco con emissioni di luci multicolori.
4) Avvicinamento del disco verso terra, con caduta a zig zag. 
5) Improvviso arresto della caduta, ondeggiamento, ripresa di quota in verticale. 
6) Effetto termico che provoca l'incredibile perfetto asciugarsi dei vestiti delle persone presenti, poco prima inzuppati di pioggia.

Possiamo aggiungere che durante le sue evoluzioni protrattesi, come s'è visto, per una decina di minuti, il «sole» di Fatima non ha emesso alcun rumore. Nessuna testimonianza, infatti, ci è pervenuta al riguardo ed è lecito supporre che se un qualche suono fosse stato avvertito, i presenti ne avrebbero certamente parlato. Sono queste le caratteristiche del «fenomeno solare» che costituiscono il presunto aspetto ufologico del miracolo di Fatima. Il «sole danzante» del 13 ottobre 1917, affermano infatti gli studiosi, ha manifestato quelle stesse incredibili proprietà di comportamento che, trent'anni più tardi, sarebbero state osservate nei misteriosi oggetti celesti denominati «dischi volanti». Hanno ragione gli ufologi? Prima di avventurarci in una risposta è necessario esaminare, a fini di confronto, la fenomenologia Ufo. Lo faremo citando alcune testimonianze ricavate da autorevoli testi di ufologia (cfr. riferimenti bibliografici in calce). Cominciamo dalla forma e dall'apparenza argentea del «disco», e dal suo ruotare su se stesso, punti primo e secondo del nostro elenco. «La descrizione più comune del colore del disco volante osservato alla luce del giorno — scrive l'autorevole «ufo evidence » edito dal N.I.C.A.P. — è quella di argenteo o bianco». Potremmo limitarci, almeno per quanto riguarda l'aspetto argenteo, a questa citazione, ma l'esame di qualche caso ci fornirà una più solida base di giudizio. «Il 20 maggio 1950 l'astronomo Hall, dell'Osservatorio Lowell nel Massachusetts, ebbe modo di osservare distintamente un disco argenteo brillante al sole, spostantesi nel cielo a velocità moderata ». «Il 22 maggio 1950 l'astronomo Hess, dell'Osservatorio Flagstaff nell'Arizona, notò un disco brillante che passava, a moderata velocità, fra le nubi e il sole.... Era un disco di apparenza metallica Colpito dai raggi del sole, splendeva come uno specchio». «Il 19 settembre 1952 le forze navali della N.A.T.O. stavano compiendo nel Mare del Nord una grande esercitazione, denominata «Grande Vergue» .... Ad un'ora che non si è voluto precisare, un disco argento di apparenza metallica apparve nel cielo e sorvolò rapidamente la flotta alleata...». Lo stesso giorno, verso le 11 del mattino, un caccia britannico «Meteor» che aveva partecipato all'esercitazione, stava per rientrare alla propria base situata presso Topcliffe, nello Yorkshire. «Il Meteor sorvolava il terreno da est a ovest — racconta il tenente John Killburn— quando, all'improvviso, scorsi nel cielo un oggetto bianco argenteo di forma circolare che sembrava seguire il Meteor a una distanza di tre chilometri circa ... Mentre seguivamo con lo sguardo l'oggetto, lo vedemmo perdere di velocità, poi cominciare a scendere. Nel perdere quota oscillò come una foglia morta ... si arrestò dopo alcuni secondi. Sembrò appeso nel cielo e girava su se stesso come una trottola, poi, d'un tratto, accelerò e scomparve...». Concluderemo le citazioni con il caso di Ouallen, fortino francese sperduto nel Sahara, a 170 km dal Tropico del Cancro. Siamo nel 1942, durante la guerra. Nel piccolo fortino è arrivato un distaccamento comandato dal capitano Le Prieur. «Eravamo là da qualche giorno — racconta l'ufficiale — quando un mattino fu notata la presenza di un oggetto nel cielo senza nuvole, sulla verticale del campo. L'oggetto, visibile ad occhio nudo, aveva l'aspetto di un piccolo punto di color bianco alluminio ... Osservato con maggior precisione con i nostri binocoli da campagna e attraverso il teodolite, l'oggetto sembrava una piccola luna o una moneta d'argento. Aveva i pallidi riflessi del metallo bianco e pareva fisso ad un'altezza di 5 o 6 mila metri. Apparentemente stava immobile, ma un esame prolungato al teodolite permise di constatare che si muoveva ruotando lentamente... Rimase sulla verticale del campo fino all'alba del terzo giorno». È inutile proseguire l'elenco delle testimonianze: la maggior parte degli avvistamenti diurni non è che una ripetizione monotona dello stesso spettacolo: il disco argenteo che, se stazionario, ruota su se stesso. Passiamo invece al terzo punto del nostro elenco: l'emanazione di luci multicolori e il cambiamento di colore. Ricaviamo la prima testimonianza dal libro del Maggiore Donald Keyhoe, che poté rilevarla direttamente dal rapporto ufficiale della «Commissione Ufo» americana. Il protagonista è un colonnello pilota, Curtis Low, che la sera del 29 dicembre 1952 si trovava in volo sul Giappone. Verso le 19,30 un aereo americano aveva lanciato il primo allarme: «Abbiamo avvistato un Ufo. Sembra un grappolo di luci rosse verdi e bianche». II messaggio fu udito dagli addetti radar delle Forze Aeree, che intercettarono l'ordigno sui loro schermi; e fu udito dal colonnello Low, che stava volando su un caccia F.84. Tre minuti dopo anch'egli avvistava lo strano oggetto, ad una quota superiore alla sua. Nella speranza di potersi avvicinare senza essere scorto, l'ufficiale spense le luci del proprio apparecchio e cominciò a salire. Arrivato ad una certa distanza constatò che le luci dell'ordigno ruotavano nel senso opposto a quello delle lancette dell'orologio, con un moto costante che faceva loro compiere da 8 a 12 rotazioni al minuto. Oltre le luci di colore mutevole, Low poté vedere tre fasci di luce fissa e bianca proiettati all'esterno. Una parte della macchina sembrava ruotare, e il cambiamento dei colori era singolare. In certi momenti il disco riluceva di un unico colore unito, o verde o rosso o bianco. Ma negli intervalli il colonnello Low osservò rapide combinazioni di colori. Dopo aver osservato l'ordigno per qualche momento, Low mise il suo F.84 a tutta velocità. Volando a più di 500 miglia all'ora egli cercò di accorciare la distanza. Per un secondo o due sembrò che il suo caccia non illuminato non fosse stato visto. Ma poi il disco accelerò e in trenta secondi scomparve». Citiamo brevemente altri due casi attingendo da Michel: Primo caso: «Il 3 ottobre 1954 a Montbéliard (Francia), un po' dopo le 21, molte persone scorgono nel cielo un oggetto luminoso circolare di colore rosso. Dapprima immobile, l'oggetto si mise bentosto a ruotare passando dal rosso al verde e viceversa... L'oggetto restò visibile per parecchi minuti, ora immobile, ora ruotando, ora spostandosi a zig zag in tutti i sensi. All'improvviso accelerò brutalmente in direzione nordest e scomparve”. Secondo caso: «Il 13 ottobre 1954, sulla Nazionale 433, a circa 40 km a nord di Lione, un automobilista scorge verso oriente un oggetto estremamente brillante che pare perdere lentamente quota. All'improvviso l'oggetto s'illumina violentemente, lanciando fasci di luce arancione perfettamente distinti l'uno dall'altro. Nello stesso tempo accelerò e scomparve». Anche per quanto riguarda il quarto e quinto punto del nostro elenco, e cioè la caduta a zig zag del disco di Fatima e il suo arresto improvviso seguito da un ondeggiamento e da una ripresa di quota in verticale, non abbiamo che l'imbarazzo della scelta. Ne abbiamo già veduta una descrizione nel caso di Topcliffe, più sopra citato. Ma eccone altri due esempi, rilevati da Michel: Il 12 ottobre 1954 due automobilisti viaggiavano in aperta campagna nei pressi di Frasne (Francia). Ad un tratto «la loro attenzione fu attirata da un bagliore giallo e violetto che si spostava nel cielo alla loro sinistra su una direttrice est-ovest. Essi constatarono che si trattava di un ordigno circolare che volava in linea retta a velocità moderata. I due automobilisti arrestarono la vettura per osservare il fenomeno. All'improvviso l'oggetto cominciò a discendere verso terra con un'andatura a sbalzi (si noti la stupefacente analogia con Fatima). Giunto a bassa altezza, esso si dileguò riprendendo quota». Il 15 ottobre 1954 altri due automobilisti viaggiavano sulla Nazionale 68, fra i villaggi di Niffer e Kembs (Francia). Ad un tratto scorsero un oggetto brillante che rallentò il suo volo e cominciò a discendere a zig zag fino a circa 300 metri di altezza. Allora cambiò colore, passando dall'arancio al bianco, accelerò e scomparve. Si potrebbe continuare a lungo su questo argomento. La caduta a zig zag, o a sbalzi, o a foglia morta, appare sempre connessa con una perdita di quota. L'ondeggiamento sembra invece essere la fase immediatamente precedente un'accelerazione. Ci resta da vedere se anche l'ultimo punto del nostro elenco, quello concernente l'effetto termico che fa asciugare, a Fatima, i vestiti inzuppati di pioggia, trova riscontro nella fenomenologia Ufo. Per quanto possa sembrare incredibile, anche questo particolare è stato constato in rapporti ai dischi volanti. Molte persone, in vicinanza di tali ordigni, hanno provato una sensazione di «calore crescente» che è cessata non appena quelli si allontanavano. Il Michel riferisce diversi casi del genere. Ma esiste un episodio che sembra una ripetizione quasi identica del fenomeno di Fatima. Accadde il 20 ottobre 1954 nella foresta di Lusigny, presso Troyes (Francia): «Un commerciante di legnami, certo Roger Réveillé, camminava nel bosco sotto una pioggia scrosciante. Ad un tratto la sua attenzione fu attirata da un forte rumore, simile a quello di un volo di piccioni. Alzando gli occhi, scorse all'altezza delle cime degli alberi un ordigno di forma ovale di circa 6 metri di diametro. Contemporaneamente avverti un calore che diveniva di più in più torrido, mentre l'oggetto spariva in verticale in pochi secondi. Nel bosco il calore era divenuto insopportabile e provocava una fitta nebbia. Il fenomeno cessò dopo quasi un quarto d'ora. E fu allora che il Réveillé poté constatare con somma sorpresa che, nonostante la pioggia, la terra e gli alberi erano così asciutti come sotto un sole cocente». Un ultima considerazione: abbiamo sottolineato più sopra che il «sole» di Fatima non emise, per tutto il tempo delle sue evoluzioni, alcun suono percepibile. Ebbene, anche questa caratteristica appare condivisa dal disco volante. Non mancano, beninteso, casi in cui gli Ufo hanno emesso rumori di qualche tipo, ma «il fatto che essi sono tipicamente silenziosi è, in linea generale, rispondente a verità». Chiudiamo qui le citazioni ufologiche. Esse costituiscono, vale la pena ripeterlo, un esiguo campionario di una casistica che oggi è lecito definire imponente. Pertanto invitiamo ancora chiunque desideri approfondire l'esame comparativo delle caratteristiche Ufo, a consultare l'abbondante letteratura pubblicata sull'argomento. Per quanto ci interessa, i pochi casi citati sono sufficienti per poter stilare un elenco delle caratteristiche del tipico «disco volante» e porlo a confronto con quello delle caratteristiche del «sole» di Fatima:


Gli ufologi, dunque, hanno visto giusto: le caratteristiche del «sole danzante» di Fatima appaiono innegabilmente analoghe a quelle del classico Ufo osservato ai nostri giorni. È sufficiente questo per ipotizzare un rapporto fra i due fenomeni? Preferiamo astenerci per il momento dal prendere posizione su questo problema. Ci preme piuttosto affrontare un'altra questione: domandarci, cioè, se questa sorprendente analogia non possa trovare giustificazione in un qualche fattore causale. Perché non potrebbe trattarsi, per esempio, di una fortuita coincidenza? Il caso, talvolta, si diverte a creare le situazioni più incredibili. Seguendo questo pensiero potremmo ritenere che il fenomeno Ufo osservato ai nostri giorni manifesta «per puro caso» caratteristiche analoghe a quelle con le quali si estrinsecò, nell'ottobre 1917, il fenomeno miracoloso di Fatima. Purtroppo c'è subito un'obiezione che incrina, a nostro avviso irrimediabilmente, questa curiosa ipotesi, ed è che se accettiamo il fenomeno di Fatima come un «miracolo» dobbiamo necessariamente assumerlo come una «manifestazione divina». Ed allora ci è difficile credere che nel 1917 l'Onnipotente abbia potuto fare un miracolo prendendo a prestito le caratteristiche spettacolari di un fenomeno che, alcuni decenni più tardi, sarebbe diventato, al di fuori di ogni contesto miracoloso, relativamente comune.

 


Eclisse artificiale?


Si potrebbe semmai supporre un altro genere di coincidenza: pensare cioè che in quel fatidico 13 ottobre 1917 un Ufo sia casualmente passato sul luogo, e nel momento esatto, in cui una folla di oltre 50 mila persone si era radunata in attesa di un prodigio. Purtroppo anche questa ipotesi non regge, per vari motivi. Anzitutto il fenomeno solare appare collegato strettamente col fenomeno mistico religioso: quando Lucia grida: «guardate il sole!» è perché la Madonna, prima di sparire, le ha indicato il cielo proprio nella direzione nella quale, di li a poco, avrebbe avuto inizio la «danza del sole». Inoltre non si dimentichi che il miracolo era stato preannunciato ai tre veggenti da diverso tempo, per la data e nel luogo dove effettivamente avvenne. Ma il punto fondamentale è un altro: non è soltanto per un equivoco che i 50 mila presenti hanno parlato di danza del «sole». Il sole, in realtà, è stato uno dei protagonisti del prodigio, nel senso che fra il misterioso oggetto celeste autore dei fenomeni osservati e l'astro del giorno sembra esistere uno stretto rapporto, senza il quale l'effetto risultante del miracolo non sarebbe stato cosi grandioso. Spieghiamoci: nella testimonianza del prof. Garret, più sopra citata, c'è un particolare che non deve sfuggire: «Ci furono due brevi interruzioni — riferisce il Garret — durantre le quali il sole dardeggiò violentemente dei raggi più brillanti e sfavillanti che costrinsero lo sguardo a distogliersi». Inoltre i testimoni affermano che, quando la «ruota di fuoco» frenò la sua caduta e risali verso il cielo, «il sole riprese il suo posto normale nel firmamento». Il che significa, in altre parole, che da quel momento non fu più possibile fissare il sole cosi com'era stato possibile nei 10 minuti precedenti. Ma c'è di più: non dimentichiamoci dei testimoni che videro il miracolo a 10 e 35 chilometri di distanza, i quali, non avendo udito il grido di Lucia, non potevano essere indotti a cadere nell'equivoco. Eppure sia il Pereira, sia il poeta Lopez Vieira, le cui testimonianze abbiamo riferito, affermano che allorché scorsero il fenomeno ebbero immediatamente l'impressione che fosse proprio il sole a provocarlo. II che autorizza a ritenere che essi videro qualcosa di straordinario proprio nel punto del cielo in cui sapevano che doveva trovarsi il sole, e dove, forse, essi lo avevano effettivamente scorto pochi attimi prima. Cosa può significare tutto questo? Un tentativo di spiegazione è stato avanzato dall'ufologo Paul Thomas nel suo libro «Le Extraterrestres». Traduciamo testualmente: «Per ottenere l'effetto descritto, basterebbe, ad un oggetto volante discoide, di porsi, allorché si trova ancora abbastanza lontano dal nostro globo, il più esattamente possibile sull'asse soleterra. L'ordigno si trova allora assolutamente invisibile per noi, fuso nell'intenso irraggiamento della luce solare, che i nostri occhi non possono fissare. Esso può allora avvicinarsi senza tema di attirare la nostra attenzione, e ciò fino al momento in cui, per effetto di prospettiva, il suo disco abbia raggiunto per i nostri occhi la dimensione esatta del disco solare. Esso provoca allora una specie di eclisse totale, sostituendo la propria superficie luminosa, scintillante e leggermente ambrata, a quella del sole, i cui raggi attenuati gli fanno da corona. L'effetto risultante sarebbe per noi quello di un astro molto pallido, non abbagliante, che potremmo fissare senza fastidio. Ammettiamo allora che l'oggetto oscilli leggermente o si metta a ruotare su se stesso, ed ecco che noi saremmo convinti che il sole stia danzando. Effetto che non potrebbe essere ottenuto altrimenti, perché è per noi impossibile fissare il sole reale per più di una frazione di secondo senza restarne accecati ». L'ipotesi è seducente, ma cozza contro una seria obiezione: per poter produrre l'effetto di eclisse osservato a Fatima da decine di migliaia di persone sparse in un'area di diversi chilometri, l'oggetto discoide avrebbe dovuto avere dimensioni che forse è poco definire gigantesche. Lo ammette lo stesso Thomas tornando sull'argomento in un'opera successiva. Per salvare la teoria dell'eclisse, egli suggerisce, si dovrebbe ricorrere ad un'ipotesi supplementare: ammettere cioè che a Fatima le nubi abbiano mascherato il «vero» sole fino al termine del prodigio. Ipotesi, soltanto ipotesi. Di concreto, se non vogliamo accettare il miracolo come tale, c'è, a nostro avviso, un solo fatto: che il «sole» di Fatima non poteva essere il sole «vero», e che l'autore della danza è stato un «qualcosa» che si trovava ben dentro l'atmosfera terrestre. Ne abbiamo conferma, si badi bene, nella stessa testimonianza del prof. Garret, là dove egli dice: «sembrava che le nubi passassero dietro il sole e non davanti ». È lecito inferirne che il «qual-cosa» non soltanto si trovava entro l'atmosfera terrestre, ma che era anche abbastanza basso da risultare al di sotto delle nubi.

I fenomeni delle precedenti apparizioni
(13 maggio-13 settembre 1917)


II prodigio solare del 13 ottobre 1917 non è il solo, dei fatti di Fatima, che richiami da vicino la fenomenologia Ufo. È soltanto il più vistoso. Il Da Fonseca, nel libro più volte citato, riepiloga in un piccolo ma denso capitoletto tutti i fenomeni fisici e luminosi che si estrinsecarono nel corso delle apparizioni. Per avere un quadro completo degli avvenimenti di Fatima, e per concludere adeguatamente la nostra analisi, elencheremo i più significativi, dal punto di vista ufologico, di questi fenomeni.

1) Il cosiddetto lampo che precede e annunzia le apparizioni.

I tre bambini lo videro in tutte e sei le apparizioni. All'appuntamento del 13 agosto, assenti i fanciulli perché arrestati dal sindaco del distretto, il lampo fu visto dalla folla. Casistica Ufo: citiamo due casi assai significativi. Ilprimo è il celebre caso «Arnold», capostipite ed eponimo dei dischi volanti. Ebbene, l'aviatore americano riferisce che, prima di scorgere i 9 oggetti volanti al di sopra del Monte Rainier (Stato di Washington), la sua attenzione fu colpita da una serie di lampi. L'altro caso ebbe a protagonista il tenente pilota David Brigham. Egli volava a nord di Misawa (Giappone) verso le 11,20 del mattino del 29 marzo 1952, allorché «il suo occhio fu colpito da un lampo di luce riflessa. La cosa che aveva prodotto quel riflesso era un piccolo oggetto rilucente a forma di disco...». Il lampo, dunque, non sarebbe che il riflesso della luce del sole sulla superficie del «disco». E i lampi di Fatima? Una frase di Lucia, detta nel corso di uno dei tanti interrogatori, ci fornisce una sorprendente analogia con le sensazioni ricevute dai piloti Arnold e Brigham. Afferma infatti Lucia: «non erano propriamente lampi, ma il riflesso di una luce che si avvicinava». Certo, si obietterà, nessuno ha visto a Fatima la causa materiale di questo lampo riflesso (non teniamo conto, beninteso, dell'apparizione luminosa percepita dai veggenti). A parte che ciò non è del tutto esatto, giacché nel corso della quinta apparizione (13 settembre) questa causa, come vedremo più sotto, fu probabilmente veduta, l'obiezione è solida, perché per superarla si dovrebbe ricorrere ad un'ipotesi di sostegno. Si dovrebbe ad esempio supporre che gli Ufo non siano percepibili all'occhio umano in determinate condizioni. Ciò, naturalmente, rasenta il fantastico e non ci sentiamo di sottoscriverlo. D'altra parte, che cosa non è fantastico in tutta questa storia?

2) Il rumore che accompagna l'arrivo e la partenza dell'apparizione

Fu paragonato da alcuni ad un tuono a distanza, da altri allo scoppio di un razzo. Il fenomeno fu avvertito in particolare alla quarta apparizione (13 agosto), assenti i tre bambini. La detonazione che coincise con la partenza della Madonna fu così forte da provocare la fuga di molte persone, convinte di un attentato dinamitardo. Va anche notato che in questa stessa occasione la detonazione coincidente con l'arrivo della Madonna fu seguita dal famoso lampo, per cui è possibile presupporre un rapporto fra i due fenomeni. Casistica Ufo: il fenomeno acustico, come abbiamo già detto, è generalmente assente nelle osservazioni Ufo, la silenziosità essendo anzi una delle caratteristiche peculiari dei «dischi volanti». Non mancano tuttavia le eccezioni. Citiamo il caso di Bouffioulx (Belgio) del marzo 1953, riferito dal Michel: «Alle 20,15 numerose persone della regione di Bouffioulx nello Hoinant, Belgio, videro passare nel cielo un classico disco volante: piatto, circolare, luminoso. Ad un certo punto, oscillando si fermò... Questa manovra fu accompagnata... da una detonazione seguita da una vibrazione prolungata...». Abbiamo qui l'intera gamma dei rumori avertiti a Fatima: detonazione coincidente con l’arresto dell’ordigno(a Fatima si direbbe: coincidente con l'arrivo della Madonna); vibrazione prolungata che richiama la sensazione di tuono a distanza udito, secondo alcuni testimoni, sul luogo delle apparizioni.

3) La voce della Madonna

Va precisato subito che non si allude alla «voce» percepita dai veggenti, bensì al mormorio indistinto avvertito dai testimoni durante la presenza della Madonna. Tale mormorio, riferisce il Da Fonseca, sembrò ai più come un ronzio d'api. «Un giorno — prosegue il Da Fonseca — alcuni pellegrini inglesi domandarono alla sorella di Lucia com'era la voce della Madonna... Essa diede due colpi ad un alveare che stava lì vicino. Al ronzio delle api che ne uscivano disse: era proprio così. Tutti risero, mentre si difendevano dalle api; eccetto una signorina che si ebbe una solenne puntura in faccia». Casistica Ufo: il paragone con il «ronzio d'api» risulta il più comune nei casi (rari) in cui viene riferita la percezione di un suono. Citiamo due esempi: primo, il caso Mazaud, del 10 settembre 1954. Il testimone, dopo un fantomatico incontro con un «essere misterioso», assiste alla di lui partenza su un «disco volante»; è appunto alla partenza del disco che il Mazaud avverte, sono parole sue, come un ronzio d'api. Secondo, il caso Facchini, in Italia presso Varese, il 24 aprile 1950. Il testimone, avvicinatosi ad un Ufo atterrato nei pressi della propria abitazione, afferma che: «da quell'apparecchio usciva uno strano rumore, come quello che si potrebbe sentire vicino ad un gigantesco alveare o vicino alle grosse dinamo».

4) Il globo luminoso

Fu chiaramente veduto da molti testimoni nel corso della quinta apparizione (13 settembre). Citiamo le parole stesse di un autorevole testimone oculare, il Vicario Generale di Leiria, che si trovava mescolato alla folla, valutata a 15-20 mila persone, insieme ad un sacerdote suo amico: «Si pregava ancora, quando d'improvviso si odono grida di giubilo e migliaia di braccia si alzano puntando verso il cielo... Alzo gli occhi e mi metto a guardare. Con grande sorpresa vedo distintamente un globo luminoso che si muove verso occidente, spostandosi lento e maestoso attraverso lo spazio. Il mio amico guardò egli pure ed ebbe la ventura di godere della stessa inaspettata ed incantevole apparizione. Di repente, però, ecco che il globo con la sua luce straordinaria scompare ai nostri occhi. Accanto a noi stava una bambina ... che piena di gioia gridava: — 'La vedo! la vedo ancora! Adesso scende giù! — Passati alcuni minuti, esattamente il tempo che solevano durare le apparizioni, la bambina cominciò di nuovo a gridare: —'Eccola! Sale un'altra volta! — E continuò gridando e seguendo il globo con lo sguardo finché disparve nella direzione del sole... — Cosa pensi tu di quel globo? — domandai allora all'amico. — Era la Madonna — rispose senza esitare. È questa anche la mia intima convinzione. I pastorelli in una celeste visione avevano contemplato la Madre di Dio in persona; a noi era stato concesso di vedere il veicolo, per cosi dire, che l'aveva trasportata dal cielo sull'inospitale Serra d'Aire». Osserva il Renault che non tutti i presenti videro questo «globo luminoso», il che lascerebbe pensare ad un fatto di autosuggestione in coloro che invece lo videro. D'altra parte, aggiunge il Renault, è strano che proprio fra quelli che non videro niente si annoverassero molti credenti accorsi sul luogo delle apparizioni con la ferma volontà di vedere qualcosa. Ciò indebolisce di molto l'ipotesi della suggestione. Fra quelli che videro, alcuni precisarono che il globo aveva una forma ovale, con la parte inferiore più larga di quella superiore. I più si mostrarono convinti che il globo fosse nient'altro che un aeroplano di luce venuto a portare la Madonna all'appuntamento con i tre pastorelli, per ricondurla poi in Paradiso. A questo proposito dice Paul Thomas: «Non tentiamo di comprendere perché, nello spirito di questa gente, la Madre di Gesù Cristo avrebbe avuto bisogno di servirsi di un veicolo o aeroplano di luce per scendere sulla Terra... Ci basti sottolineare il fatto che, a parte la flagrante assurdità dell'ipotesi, l'impressione macchinalmente ricevuta dai testimoni fu quella di un veicolo aereo e non di una meteora o d'una pura allegoria». Dovremmo a questo punto fornire la contropartita Ufo del «globo luminoso ». Ci sembra del tutto superfluo: non c'è che da aprire a caso un libro sui dischi volanti (Michel, Kcyhoe, Ruppelt etc...) per trovare subito la descrizione di «globi luminosi» del genere visto a Fatima, ivi compresa la «forma ovale», che forse non è che un effetto di prospettiva. È opportuno piuttosto fare qualche considerazione. Anzitutto si può osservare che il globo luminoso è presumibilmente la causa del «lampo» di cui si è parlato più sopra, e questo ci riconduce al problema del perché non sempre tale globo è stato percepito. Non solo, ma anche quando esso si manifesta, non «tutti » riescono a vederlo. È il caso del 13 settembre. Perché? «Gli oggetti celesti non sono visibili che sotto certi angoli? — si domanda il Thomas a questo punto — Si potrebbe formulare l'inquietante congettura che ordigni di questo genere possano sorvolarci senza che noi riusciamo, in certi casi, a percepirli».


La «pioggia di fiori bianchi»


Si verificò, anch'essa, durante la quinta apparizione, il 13 settembre. Accadde subito dopo l'apparizione del globo luminoso: dal cielo cominciò a discendere lentamente un'infinità di corpuscoli bianchi simili a fiocchi di neve. Essi si assottigliavano mano a mano che si avvicinavano al suolo, e svanivano toccandolo. I testimoni, secondo le diverse espressioni, parlarono di «fiori bianchi», di «petali di rosa» o di «fiocchi di neve». Il Renault riporta testualmente le parole di un testimone: «ho visto cadere molti petali di rosa. Essi uscivano dal sole in grande quantità. In alto erano grandi, ma avvicinandosi a noi diventavano piccoli e svanivano. Si vedevano degli uomini che tendevano i loro cappelli per raccoglierli, ma allorché volevano afferrarli non c'erano più. Uno di questi petali cascò sulla mia spalla sinistra. Volli afferrarlo con le mani, ma non trovai più nulla ...». li notevole il fatto che la pioggia di «petali » si ripeté a Fatima in occasione di alcuni pellegrinaggi. In particolare il 13 maggio 1918 e il 13 maggio 1924. In queste occasioni, però, non fu percepito nessun «globo luminoso». La misteriosa pioggia bianca è stata osservata numerose volte al passaggio di dischi volanti. In termine ufologico essa è chiamata «lana di vetro» o «bambagia silicea». Ne citiamo la descrizione fatta ad Oloron (Francia) il 17 ottobre 1952: «... Miriadi di filamenti biancastri caddero al suolo, impigliandosi sugli alberi, sui fili del telegrafo, nei tetti delle case. Somigliavano a fili di lana o di nylon. Avevano l'aspetto di tanti batuffoli, divenivano rapidamente gelatinosi, si sublimavano e scomparivano. Innumerevoli testimoni hanno potuto raccoglierne alcuni e notare il fenomeno di rapida dissoluzione. Il professore di ginnastica del liceo ne portò ai colleghi una grossa matassa presa al campo sportivo. I professori imbarazzati e incuriositi poterono stabilire che accendendoli ardevano come cellofanc. Il professore di scienze Poulet esaminò attentamente questi fili, ma non ebbe il tempo di farne l'analisi; poté tuttavia assistere alla sublimazione e sparizione totale di uno di questi fili lungo circa 10 metri, che aveva avvolto ad un bastone». Un'identica pioggia si verificò 10 giorni dopo in un'altra località della Francia, Gaillac, sempre in occasione del passaggio di Ufo. Anche questa volta, però, non si riuscì a conservare un campione per l'analisi chimica. Altri casi: «Il 20 settembre 1954 a Saint Pére en Retz (Loira), una esplosione fantasma scuote l'intera regione, facendo tremare i vetri delle finestre. La gente esce di casa, ma il cielo appare vuoto. Qualche minuto più tardi però i famosi «fiocchi bianchi» cadono sulla campagna. Stessa consistenza, stesso aspetto effimero, stessa sublimazione e sparizione ». Il 18 ottobre dello stesso anno la bambagia silicea piove a Vienne, nell'Isère. Ecco la descrizione fattane da un testimone: «Avevamo l'impressione di afferrare dei fili di caucciù, finissimi, piacevoli a toccarsi, che si agglomeravano per tosto sublimarsi fra le dita senza lasciare la minima sensazione, il minimo odore, la minima traccia. Abbiamo avuto l'impressione che fosse il calore delle nostre mani a fonderli». II testimone ebbe l'idea di conservarne un campione in una scatola di bachelite a chiusura ermetica, ma il giorno dopo essa era perfettamente vuota. II tentativo di fare l'analisi chimica di questa strana pioggia ebbe finalmente buon esito il 27 ottobre 1954. Nelle primissime ore del pomeriggio di quel giorno una formazione di «dischi» passò su Firenze, sotto lo sguardo sbalordito di migliaia di persone sparse nella città e nei dintorni. Appena passati i «dischi», cominciò la fantastica pioggia. Questa volta un testimone ebbe la prontezza di prenderne un batuffolo e di portarlo alla sede de «La Nazione», che a sua volta lo consegnò all'Istituto di Analisi Chimiche dell'Università. L'analisi fu prontamente eseguita dall'allora titolare dell'Istituto, prof. Giovanni Canneri, che rilevò una «sostanza fibrosa contenente boro, silicio, calcio e magnesio» ed avanzò l'ipotesi che potesse trattarsi di «vetro borosilicico». Non sarà superfluo sottolineare, in ogni caso, che la caduta dei «fiocchi di neve » a Fatima a seguito dell'avvistamento del «globo luminoso» durante la quinta apparizione, costituisce una conferma che detto globo non fu l'effetto di un'autosuggestione.


Conclusione


Esistono nella fenomenologia di Fatima altri fatti elencati dal Da Fonseca che pure meriterebbero di essere ricordati. Ad esempio, l'abbassarsi della luce solare durante le apparizioni, il piegarsi delle fronde del leccio nella direzione in cui scompariva la Madonna quasi fossero risucchiate da quella parte, ed altri ancora. Tuttavia rinunciamo alla loro analisi giacché si tratta di fatti che non sembrano ricollegarsi direttamente a nessuna delle caratteristiche peculiari della fenomenologia Ufo. Sarebbe anche interessante analizzare l'altro aspetto del miracolo, e cioè quello più propriamente mistico religioso che fu percepito soltanto dai tre veggenti, e domandarci ad esempio perché Francesco, pur vedendo sempre la Madonna come le due bimbe, non riuscì mai a sentirne la voce. Ma questo aspetto del fenomeno esula dall'argomento che stiamo trattando. Vediamo invece di tirare le conclusioni da quanto abbiamo esaminato fin qui. Si è visto che a Fatima, nel 1917, si verificarono fatti miracolosi il cui modo di estrinsecarsi presenta sconcertanti analogie con la fenomenologia Ufo. Questi fatti miracolosi, peraltro, risultano strettamente collegati ad una serie di visioni celesti aventi per protagonisti tre fanciulli analfabeti e si inseriscono, pertanto, in un contesto decisamente religioso. Tutto lascia credere, in altre parole, che gli eventi di Fatima, dalla prima apparizione al prodigio solare, abbiano avuto un preciso intento religioso volto a rinsaldare, attraverso «segni celesti», la fede nel cattolicesimo. L'entità luminosa, si badi bene, dimostrò nei colloqui con i tre fanciulli di essere a perfetta conoscenza degli aspetti anche più minuti del contenuto storico e tradizionale della religione professata dai veggenti e fini per definirsi come «la Madonna del Rosario». Le continue raccomandazioni a recitare il rosario, la visione dell'inferno concessa ai tre pastorelli sotto l'aspetto più popolare di luogo sotterraneo infuocato e rigurgitante di demoni e dannati, la visione della Sacra Famiglia nel corso dell'ultimo colloquio, sono altrettante conferme di questa intenzionalità religiosa facente leva sulle credenze più ingenue e popolari. In questo quadro, il prodigio solare non è che il suggello, volutamente spettacolare, delle precedenti apparizioni; è la prova data «affinché tutti credano ». Non per caso esso è stato preannunciato con quasi due mesi di anticipo: se cosi non fosse stato, difficilmente 50 mila persone sarebbero convenute alla Cova da Iria in quel fatidico 13 ottobre, sfidando la pioggia, il fango, i disagi di un lungo viaggio. In definitiva si può affermare che le apparizioni concesse a pochi anno avuto come fine ultimo l'esibizione di un prodigio clamoroso di fronte a molti. Ora, e qui sta il nostro problema, se accettiamo tutti questi fatti come miracoli nel senso religioso del termine, dobbiamo necessariamente considerarli come altrettante manifestazioni divine. Ma allora, che significato ha il loro aspetto ufologico? Dovremmo forse considerare anche gli Ufo delle manifestazioni divine? Oppure pensare che gli Ufo hanno interesse, per motivi che ci sfuggono, a rinsaldare la fede religiosa sulla Terra? Non Io sappiamo. Tutto quello che possiamo fare è formulare delle ipotesi il cui valore, in assenza di validi elementi di sostegno, non può essere che speculativo. li problema, in ogni caso, riveste importanza solo dal punto di vista ufologico. Sulla base degli elementi a disposizione, non esiste nessun argomento decisivo suscettibile di incrinare, negli spiriti profondamente religiosi, la fede nel miracolo come «intervento divino». Agli studiosi di ufologia resta l'interrogativo di un apparente nesso Ufo-Religione o, per dirla con Paul Thomas, la constatazione di «rapporti inestricabili fra qualche cosa che somiglia ad una signora luminosa visibile soltanto a tre bambini analfabeti, fra qualche altra cosa che si presenta sotto forma di disco colorato visibile a molte più persone, e la propagazione attraverso i secoli di una certa dottrina religiosa». Il miracolo di Fatima, in ultima analisi, resta tale anche se sostituiamo al «sole danzante» un «disco volante». Ci è incomprensibile il primo come ci è incomprensibile il secondo. Almeno per ora. Giacché, come dice S. Agostino, «miracolo non è ciò che accade contro natura, ma ciò che accade contro quanto della natura ci è noto».



LA QUARTA VEGGENTE

Un importante contributo allo studio degli aspetti ufologici degli eventi di Fatima è stato fornito da due studiosi portoghesi: il giornalista Joaquim Fernandes e la dottoressa in storia Fina D'Armada. In un libro pubblicato nel 1982 e intitolato «Intervento Extraterrestre a Fatima», essi hanno esposto i risultati di sei anni di meticolose ricerche sull'argomento. L'interesse maggiore dell'opera risiede nel fatto che i due autori, oltre ad aver raccolto un centinaio di testimonianze dirette, hanno potuto anche consultare i documenti originali sulle apparizioni, in particolare i verbali dei primissimi interrogatori fatti ai tre veggenti in sede parrocchiale, allorché la memoria delle visioni e l'impressione ricevutane erano ancora, in loro, vive ed immediate. Sono cosi emersi particolari inediti suscettibili non solo di colmare le lacune esistenti nella successione e nella descrizione degli eventi, ma anche di dare ulteriore e forse decisivo sostegno alla tesi che a Fatima si manifestarono fenomeni di apparenza ufologica. Purtroppo il libro non è stato tradotto in italiano (né, per quanto mi risulta, in nessun'altra lingua europea), e non è escluso che il motivo della riluttanza degli editori sia da individuare in quell'aggettivo «extraterrestre» che i due autori, poco felicemente a mio avviso, hanno utilizzato nel titolo. Una cosa, infatti, è far vedere che esistono analogie tra alcuni «prodigi» osservati a Fatima e certi fenomeni ufologici, e tutt'altra cosa è interpretare gli uni e gli altri come il manifestarsi di un'attività extraterrestre. Ciascuno, beninteso, è libero di avere e di esprimere le proprie opinioni personali, ma se si vuol fare un'opera di storia e di documentazione, come certamente hanno inteso fare Fernandes e D'Armada, è indispensabile limitarsi a riferire i dati per quelli che sono ed evitare di interpretarli alla luce di una determinata teoria, soprattutto quando tale teoria risulta indimostrabile. Non è possibile sintetizzare in un articolo un volume di oltre 450 pagine. Mi limiterò quindi, in questa sede, a riferire i risultati più interessanti (inediti) delle ricerche compiute dai due studiosi portoghesi.


La descrizione della «Madonna»


A pagina 33 del loro libro, Fcmandes e D'Armada riepilogano i dati descrittivi dell'entità di Fatima ricavati dai primi interrogatori fatti ai tre veggenti dal parroco del paese. Eccone la traduzione integrale: «Era una persona di apparenza femminile, molto bella, circonfusa di una luce abbagliante. Alta circa un metro e dieci, mostrava un'età compresa fra 12 e 15 anni. Indossava una gonna stretta, un corpetto e un manto o cappa. Le vesti erano bianche, ma la gonna ed il manto presentavano una variegatura di fili dorati che, intersecandosi, creavano una sorta di Reticolato'. Il corpetto aveva due o tre strisce ai polsi. Sul capo portava qualcosa che le nascondeva i capelli e gli orecchi. Gli occhi erano neri. Aveva dei cerchietti ai lati del collo e un globo luminoso nella mano sinistra tenuta all'altezza della vita. Arrivava dall'alto e scompariva poco a poco in senso inverso. Non mostrava alcuna motilità facciale. Parlava senza muovere le labbra e si spostava senza articolare le gambe. Muoveva soltanto, di quando in quando, le mani. Quando partiva, girava le spalle ai veggenti ». E interessante notare come certe caratteristiche descrittive della «signora» di Fatima si ritrovino nelle entità umanoidi associate agli ufo. Sulla rivista francese«Ouranos» n° 25 (primo trimestre 1979, pag. 35) figura per esempio il disegno di un tipo di entità osservato più volte, che presenta due di queste caratteristiche: la veste a «reticolato», e il «globo luminoso» nella mano.


Arrivo e partenza della «Madonna»


I documenti esaminati, scrive J. Fernandes in un suo articolo apparso sulla «Flying Saucer Review» (Voi. 28, n° 6, pag. 10), ci consentono di affermare che l'entità apparentemente femminile di Fatima veniva trasportata da un fascio di luce di forma tronco conica proiettato verso il basso e ritirato verso l'alto in modo graduale, e la cui fonte era probabilmente una «nube» dal comportamento anomalo (si spostava contro vento). L'esistenza di questo fascio di luce non è soltanto una illazione dei due studiosi portoghesi. Alle pagine 113 e 114 del loro libro, essi riportano al riguardo una testimonianza diretta: quella di certo Gilberto dos Santos che vide, in due distinte occasioni (13 settembre e 13 ottobre), «un fascio di luce che, dall'alto, arrivava fino al leccio delle apparizioni ». Egli lo definisce proprio con il termine «strada». «Mentre i tre pastorelli stavano inginocchiati con lo sguardo rivolto verso l'apparizione — racconta il testimone — mi accorsi che essi e il leccio si trovavano all'interno di un cerchio luminoso trasparente e iridato (i colori non erano però a bande come nell'arcobaleno, bensì mescolati in una sorta di amalgama) che costituiva il punto terminale di una strada di luce colorata proveniente dal cielo. Quando, alla fine dell'apparizione, i veggenti si alzavano, la strada di luce cominciava ad estinguersi poco a poco, dal basso verso l'alto, e scompariva completamente in pochi secondi». Nelle sue «Memorie», Lucia ha confermato questo fatto. Le caratteristiche del fascio di luce tronco conico, scrive Fernandes nell'articolo sopra citato, ricordano da vicino il fenomeno della «luce solida» più volte descritto nei rapporti-ufo. La casistica ufologica offre anche diversi esempi di «entità» che discendono dall'ufo e / o vi risalgono attraverso una «strada di luce ». Nel libro (pp. 115-116) viene citato, fra gli altri, il caso di lmjàrvi, villaggio finlandese nei pressi della città di Heinola, del 7 gennaio 1970. Descrizione del «Sole» Fernandes e D'Armada presentano nel loro libro (pp. 174-175) un campionario delle espressioni usate dai testimoni oculari per descrivere l'aspetto del «Sole» protagonista del «miracolo» del 13 ottobre 1917. In esse si parla proprio di un «disco argenteo» che si sovrappone all'astro e poi se ne distacca per abbassarsi sulla folla. Ecco il campionario: «Uno schermo argentato di forma rotonda»; «Il Sole pareva trasparente: dietro di esso si poteva infatti scorgere il cielo»; «Il Sole era come la Luna, ma molto più grande»; «Il Sole dava luce e calore e appariva nitido, a bordi netti»; «Vidi il Sole come un disco di argento opaco»; «Un disco molto luminoso, azzurro argenteo., che riprese il suo colore naturale quando cominciò a roteare»; «Il Sole argenteo si vide roteare e girare su se stesso»; «D'improvviso un disco luminoso che tutti potevano fissare...»; «Vidi il Sole come se fosse una palla di fuoco»; «Il globo solare sembrava un disco metallico, come d'argento».


Un'ipotesi esplicativa del «miracolo del Sole»


Dopo aver descritto in dettaglio le varie fasi del «miracolo solare» sulla base delle testimonianze raccolte e dei documenti consultati, Fernandes e D'Armada suggeriscono una loro ipotesi esplicativa del fenomeno. Si tratta di un'ipotesi ufologica. In quanto tale, essa appare giustificata, viste le analogie tra i fenomeni osservati a Fatima ei fenomeni ufo. Molto meno giustificata appare invece, a mio parere, la connotazione extraterrestre che i due autori hanno esplicitamente dato al concetto di ufo. Essi avrebbero infatti dovuto tener presente che se l'esistenza del fenomeno ufo è un fatto documentabile, la sua origine extraterrestre è invece proponibile in linea esclusivamente ipotetica, e quindi sostenibile solo a titolo di convinzione personale. Ecco, comunque, la «spiegazione» proposta dai due studiosi portoghesi (pp. 278-279 del libro): Prima fase. Una «nuvola» peculiare appare nel cielo, proveniente da est. Da essa, che nasconde un'astronave-madre, viene liberato a metà percorso fra est e sud (posizione in cui si trova il Sole) un globo argenteo dal quale scaturisce un fascio di luce tronco destinato a trasportare l'entità celeste fino al piccolo leccio. Seconda fase. Mentre si svolge il dialogo fra i veggenti e la «signora», la gente osserva a intervalli di 3 o 4 minuti il globo argenteo che appare e scompare nella «nube». Terza fase. Finito il dialogo, l'entità viene ritirata con lo stesso procedimento dell'invio, e rientra nel globo argenteo. Allora la «nube» si sposta nel cielo fino a posizionarsi davanti al Sole. Uno dei testimoni racconta di aver visto una «scala» in prossimità dell'astro: involontariamente, costui descrive quella che è in effetti l'astronave madre, cioè un ufo a forma di «sigaro» con oblò. Quarta fase. Provenendo dall'astronave, che controlla l'intero fenomeno, gli ufo cominciano a far dissipare le nubi che avvolgono il Sole, specialmente quelle a media e bassa quota. Piove. La massa di nubi, illuminata a tratti da rapidi bagliori solari, si fende lasciando apparire un disco luminoso, forse lo stesso osservato poco prima. Quinta fase. Questo disco o globo si distacca dallo sfondo del cielo lungo la verticale Sole-Cova da Iria, e comincia ad eseguire i diversi movimenti descritti dai testimoni. Sesta fase. Il disco si abbassa fino a una trentina di metri dal suolo, sempre mantenendosi su una traiettoria orientata sud-nord, e libera sulla folla l'onda di calore che asciuga i vestiti e il terreno e provoca la guarigione di alcuni malati. Settima fase. L'ufo risale in quota e riprende la sua luminosità; forse diventa anche trasparente, se dobbiamo accettare la testimonianza di alcune persone che credono di aver visto, nel suo interno, delle entità in atto di salutare la folla. Ottava fase. Lo pseudo-Sole rientra nell’astronave-madre, che si allontana dalla verticale del Sole.

 


Località dalle quali fu osservato il «miracolo del Sole»


Fernandes e D'Armada hanno potuto accertare che il «miracolo del Sole » fu osservato, oltre che dalla Cova da Iria, anche da diverse località più o meno distanti. I due autori ritengono che in cinque di queste località le osservazioni avvennero contemporaneamente a quella del luogo delle apparizioni, mentre in altre tre, più lontane, avvennero un poco prima o poco dopo. Le località di osservazione simultanea sarebbero state (pp. 240-244 del libro): 
1) Alburitel, a circa 13 chilometri in linea d'aria ad est di Fatima. Fra le testimonianze figura quella del rev. Ignazio Pereira citata nel mio rapporto. 
2) Minde, villaggio a circa 12 chilometri a sud ovest di Fatima. Un pastore riferì di aver visto «il Sole che cadeva dal cielo». 
3) Aljustrel, il paese dove abitavano i tre veggenti. Un testimone vide il Sole multicolorato e tanto «basso» che «arrivò quasi a terra». 
4) Leiria, cittadina a circa 20 chilometri a nord ovest di Fatima. Fu visto un «gran fuoco di luce vermiglia ». 
5) Torres Novas, a circa 18 chilometri a sud est di Fatima. In una lettera ad un'amica, una testimone oculare riferì di aver visto «qualcosa», ma senza precisare che cosa. 
Le località di osservazione «non simultanea » sarebbero state invece San Fedro de Muel, Granja e Paqo de Arcos (pp. 245-247). La prima, citata anche nel mio rapporto, si trova a circa 35 chilometri a nord ovest di Fatima, e riguarda la testimonianza del poeta Lopez Vieira; le altre due sono molto più lontane: Granja a circa 165 chilometri (!!) a nord, presso Oporto; e Paco de Arcos a circa 120 chilometri (!) a sud ovest, vicino a Cascais. Fernandes e D'Armada dubitano a ragione che da luoghi così distanti, soprattutto da Granja e Paco de Arcos, sia stato possibile vedere il prodigio del «Sole rotante» di Fatima. Si tenga presente, a titolo di confronto, che da Leiria, e cioè da soli 20 chilometri di distanza, tutto quello che si poté osservare fu un «fuoco di luce vermiglia ». Secondo i nostri autori, le testimonianze (tutte indirette) provenienti dalle tre località in parola potrebbero riferirsi a fenomeni precedenti o seguenti il «miracolo solare» vero e proprio. A sostegno di questa tesi, Fernandes e D'Armada ci informano che lo pseudo- Sole di Fatima, ovvero l'oggetto volante discoide, non solo fu osservato dalla Cova da Iria prima del «grande miracolo » (si veda, più sopra, la «seconda fase» della ricostruzione del fenomeno solare da loro proposta), ma anche «dopo » la conclusione del miracolo stesso. Viene riferita in proposito la testimonianza (diretta) di persone che videro lo pseudo-Sole nel cielo anche quando, di ritorno da Fatima, stavano rincasando; diversi minuti dopo, quindi, la fine del fenomeno principale. Personalmente ritengo che le testimonianze di Granja e Paco de Arcos abbiano poco o punto valore: per località cosi lontane, infatti, il problema non mi sembra tanto quello di stabilire la simultaneità o meno delle osservazioni, quanto quello di ammetterne addirittura la possibilità. Ad oltre 100 chilometri di distanza, né la «danza del Sole» né le evoluzioni del presunto «disco argenteo» che la precedettero e la seguirono, potevano essere percepibili ad occhio nudo.


L'area interessata dagli effetti secondari


Gli effetti secondari manifestatisi a Fatima il 13 ottobre 1917 durante il «prodigio solare» furono, com'è noto, una forte sensazione di calore e l'asciugamento istantaneo degli abiti e del terreno inzuppati di pioggia. Fernandes e D'Armada hanno messo in evidenza un terzo effetto: la guarigione improvvisa di alcuni malati cronici (pag. 226 del loro libro). Ma la loro scoperta più significativa fatta in proposito dai due autori è un'altra, e cioè che questi effetti secondari non interessarono l'intera Cova da Iria e tutte le 60.000 persone ivi presenti, bensì furono avvertiti e constatati soltanto da quella parte di folla che, al momento del «prodigio», si trovava entro una fascia di terreno ben delimitata. Tale fascia, larga una settantina di metri e includente il leccio delle apparizioni, attraversa la Cova da Iria da sud a nord, e corrisponde alla traiettoria percorsa dallo pseudo-Sole nella fase di massimo avvicinamento al suolo (pp. 290-291 del libro). Ciò dimostra che tra gli effetti avvertiti e lo pseudo-Sole ci fu una stretta correlazione, e dimostra anche, quindi, che il «grande miracolo» del 13 ottobre 1917 fu un fenomeno oggettivo.


La quarta veggente


Nel corso delle loro indagini, Fcrnandes e D'Armada hanno accertato che a Fatima, nel 1917, i veggenti furono quattro e non tre come si era sempre creduto (pp. 361-373 del libro). La quarta veggente si chiamava Carolina Carreira e aveva allora 12 anni. La sua esperienza fu però del tutto indipendente da quella degli altri pastorelli. 11 28 luglio 1917 Carolina si trovava nella Cova da Iria a badare le pecore, e con lei c'era una bimba di 7 anni di nome Concetta, originaria di Espite (cittadina a circa 17 chilometri a nord di Fatima). All'improvviso entrambe scorsero, vicino al leccio delle apparizioni, un «piccolo essere» dell'apparente età di 10-11 anni, dai capelli biondi fluenti sulle spalle, vestito di un abito bianco lungo fino ai piedi. Nel contempo Caterina (ma non Concetta) percepì dentro di sé, forse per telepatia, una voce che le diceva ripetutamente: «Vieni qui a dire tre Ave Maria... vieni qui a dire tre Ave Maria...». In seguito la madre di Carolina pregò Lucia, la veggente che parlava con la «Madonna», di chiedere a quest'ultima chi fosse la «entità» vista dalla figlia. La «Madonna» rispose che si trattava di un «angelo». Fernandes e D'Armada considerano questo episodio una delle loro scoperte più importanti, e forse lo è ai fini di una migliore comprensione dell'atmosfera sacrale diffusasi all'epoca nella zona di Fatima. Meno importante, a mio parere, è invece l'episodio dal punto di vista che più ci interessa in questa sede, vale a dire quello ufologico. Sarebbe infatti difficile individuare, nella testimonianza di Carolina Carreira, un qualsiasi elemento sicuramente riferibile alla fenomenologia ufo; tutto invece induce a pensare che si sia trattato di un'esperienza paranormale innescata dall'entusiasmo mistico di quel particolare periodo.


Per concludere


I n dati forniti da J. Fernandes e F. D'Armada con la loro inchiesta su Fatima sono certamente preziosi. Alcuni, come ho già detto all'inizio, sono probabilmente decisivi per dimostrare che le apparizioni avvennero in uno scenario di aspetto tipicamente ufologico. Ciò, tuttavia, non serve a modificare di una virgola quanto detto in precedenza : che cioè gli eventi accaduti a Fatima nel 1917 rimangono per noi incomprensibili anche dopo averne constatato l'apparente nesso ufologico. Suggerire, come hanno fatto i due studiosi portoghesi, che tutto diventi spiegabile ammettendo un «intervento extraterrestre » mi sembra illusorio. A parte, infatti, l'arbitrarietà di un'ipotesi (la extraterrestre) che richiede a sua volta di essere dimostrata, quale significato avrebbe l'operato dei presunti agenti alieni? Operato, si badi bene, che non è limitato a Fatima: ne esistono, notoriamente, molti esempi precedenti e seguenti; sembra anzi che sia in atto un vero e proprio programma di «catechizzazione » destinato ad intensificarsi con il tempo. Le apparizioni «mariane», negli ultimi anni, stanno diventando «epidemiche »: Medjugorje, Kibeho, Schio, Carpi, Cittadella di Padova, Oliveto Citra, Flaminiano, Belpasso, Crosia, sono soltanto alcuni dei moltissimi eventi «mariani» verificatisi negli ultimi anni . In tutti questi casi la manifestazione religiosa è sempre risultata accompagnata, come a Fatima, da fenomeni di tipo ufologico (soli rotanti, luci nel cielo ecc..).

 



RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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FONTE:


Il Giornale dei Misteri



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