L'annoso problema della disoccupazione, in realtà, è un falso problema: vi spiego subito perché.
Per risolvere il problema della disoccupazione, infatti, basterebbe diminuire l'orario di lavoro e vietare gli straordinari.
Ma se la soluzione esiste perché non viene attuata?
Ogni economista sa che la piena occupazione porta con sé un aumento degli stipendi e dei diritti dei lavoratori.
È anche noto che una diminuzione dell'orario di lavoro induce un incremento della produttività, perché lavoratori meno stanchi e oppressi sono più volenterosi, creativi e felici.
Questo significa che lavorando di meno non solo ci sarebbe piena occupazione ma anche che la retribuzione oraria tornerebbe ad aumentare e gli esseri umani sarebbero un po' più liberi di vivere la vita con serenità.
Tutto ciò però si scontra prepotentemente con gli interessi di chi intende realizzare profitto sfruttando i propri simili, perché quando c'è piena occupazione i lavoratori non possono essere ricattati.
Perché i politici curano gli interessi dei capitalisti e non quelli del popolo. E i capitalisti vogliono creare un esercito di schiavi.
Vi è poi un'altra questione, non meno importante ma sempre taciuta dagli intellettuali benpensanti: quella del controllo sociale.
Mantenere un orario di lavoro eccessivo per gli occupati ed una sacca di disoccupati alla disperata ricerca di una qualsiasi occupazione, è il miglior modo per impedire alle persone di pensare.
E se le persone non hanno tempo per pensare, difficilmente metteranno in discussione il sistema nel quale vivono e tanto meno riusciranno ad immaginare un altra società.
Ma se i politici non risolvono i problemi del popolo, i lavoratori che cosa possono fare?
Rifiutatevi di svolgere dei lavori sottopagati, perché accettandoli sareste concausa della vostra schiavitù.
Chi può permetterselo chieda un part-time, o concordi una riduzione d'orario, così facendo avrà più tempo libero per vivere la vita e consentirà ai disoccupati di trovare un impiego.
Rifiutatevi di fare gli straordinari e pretendente che la vostra azienda assuma dell'altro personale per svolgere il lavoro in eccesso.
Se avete una pensione, ma state continuando a lavorare, smettete immediatamente di lavorare e godetevi quel poco che vi resta da vivere, in modo tale che i giovani disoccupati possano subentrare al posto vostro nel mondo del lavoro.
Ricordate sempre che scioperando tutti insieme nessun capitalista vi licenzierà, perché causerebbe l'immediato fallimento della propria azienda. Pertanto, tornare a scioperare, ma fatelo in modo intelligente, avanzando delle proposte concrete, come ad esempio quella di lavorare meno lavorare tutti.
Pretendete che i profitti siano condivisi in modo equo con i dipendenti, perché sono i lavoratori a generare i profitti con il proprio sacrificio esistenziale e quindi gli spettano di diritto.
Se i capitalisti non accettano le vostre proposte, cercate di fargli capire che una simile strategia collima con l'interesse di tutti, lavoratori ed azienda.
Se il buon senso non è sufficiente, dite loro che inizierete a scioperare. Se neanche le minacce bastano a far intendere le vostre ragioni, agite: incrociate le braccia e scioperate!
Se i padroni vi sfruttano e i vostri colleghi sono dei servi che non sono disposti a ribellarsi al capitale, trovate un altro modo per guadagnarvi da vivere e licenziatevi.
C'è un forte bisogno di un nuovo modello socio-economico che rimetta al centro l'essere umano.
Abbiate il coraggio di ripensare la società.
Mirco Mariucci
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