Questo scritto non è adatto per tutti, ma solo per coloro che, percependo entro sé stessi il prorompente anelito a conoscere, intendono procedere nella "Ricerca" del perché vivono e perché si trovano qui, ORA, nel bel mezzo della lotta finale tra le forze delle Tenebre e quelle della Luce.
Indubbiamente, Pietro Ubaldi (ved. QUI) non è facile da leggere, poiché la Voce che lo guidava dagli spazi infiniti, utilizzando uno "strumento" come lui, profondamente radicato in Cristo e nello spirito, e per di più sorretto da uno straordinario quoziente intellettivo (ved. QUI e QUI) poteva esprimere compiutamente il suo elevatissimo pensiero angelico.
L'insegnamento cristico, infatti, è peculiarmente affidato agli "Entéli" o agli Angeli,
Vi sono innumerevoli tipi di conoscenza e l'uomo, secondo le sue attitudini, ne è sempre stato attratto, ma la più grande di tutte e la più urgente da raggiungere è la Conoscenza sostanziale, l'unica al di là della materia cadùca del corpo fisico, ved. QUI, che gli è indispensabile per proseguire il suo cammino evolutivo, di ritorno alla Casa del Padre (ved. QUI).
Ecco dunque l'elevatissimo ammaestramento giunto dall'Alto.
Ecco dunque l'elevatissimo ammaestramento giunto dall'Alto.
Di fronte a tale istinto della forza io contrapporrò la più elevata legge della Giustizia. Sull'esistenza di quell'evoluzione che risuona in ogni mia parola, come è presente in ogni fenomeno e creatura dell'universo, questa nuova Legge è il gradino successivo al vostro attuale e vi attende come imminente superamento di quella animalità da cui state per staccarvi per sempre.
La novella civiltà del III millennio è alle porte ed urge gettarne le basi concettuali. Come vedete la mia mèta è ben più alta della soluzione di problemi a fine intellettuale o, tanto meno, utilitario.
Questa mia parola non è pura affermazione culturale; non è che un mezzo. Io non vengo per sfoggiare sapere, ma per lanciare un movimento mondiale di rinnovo sostanziale di tutti i princìpi che oggi reggono la vostra vita e la vostra psicologia.
Non più guerra ma pace, non più antagonismi ed egoismi individuali e collettivi, distruttori di lavoro e di energie, ma collaborazione; non più odi ma Amore. Ognuno compia il proprio dovere e la necessità di lotta cadrà da sé.
Solo la rettitudine produce un equilibrio stabile nelle edificazioni umane, mentre la menzogna rappresenta un basilare squilibrio, irrimediabile vizio d'origine che tutto distrugge. E la Giustizia sopprimerà l'immane fatica della lotta, che vi grava come una condanna.
L'Amore, che non esiste nel mondo, ma soltanto in oasi chiuse, isolate nel deserto dell'egoismo, è necessario che esca dal chiuso àmbito di questi circoli e invada tutte le forme di manifestazione umana.
Troppo sovente, là dove l'uomo lavora, manca questo cemento che unisce, questa potenza di coesione che smorza gli urti ed aiuta lo sforzo, impedendo che tanto lavoro si disperda in aggressività demolitrice.
"Controcorrente" di Miles Johnston |
Vi è una inedita virilità molto più potente per l'uomo, la quale supera la debolezza della menzogna, la malvagità dell'egoismo, la bassezza della lotta aggressiva.
Il capovolgimento delle vostre attuali leggi biologiche e sociali è completo; l'antitesi è fondamentale. Il presupposto della malafede, il sistema della diffidenza pervadono oggi la sostanza di tutti i vostri atti.
Questo principio va rovesciato. Il sistema delle leggi formali ed esteriori ha dato tutto il suo rendimento.
È necessario passare al sistema delle Leggi sostanziali interiori che non funzionano per coazione e repressione col senno di poi, ma per convinzione e prevenzione; che agiscono non dopo l'azione, troppo tardi nel campo delle conseguenze e dei fatti, ma prima, alla radice dell'agire, nel campo delle cause e delle motivazioni. E tali Leggi sostanziali interiori vanno scritte negli animi con l'educazione che fa l'uomo.
Nella vostra epoca la contesa non è più di corpi ma di nervi e di intelligenza. Anche la lotta evolve ed ha raggiunto forme più spirituali. I tempi sono maturi, per lo sviluppo dei mezzi scientifici e per quello delle intelligenze.
Profeti e pensatori furono spesso costretti a non dire o a velare la verità di fronte alla turba sempre pronta a travisare e a ridurre tutto nei termini del proprio modo di concepire, imponendolo come regola comune.
Dall'altro lato i mezzi di offesa hanno raggiunto una potenza mai avuta nella storia, che non si può guidare con la psicologia feroce e puerile del passato. L'umanità è al bivio e non sono possibili fughe: o comprendere o finire. Questo non è un problema astratto o teorico, ma sociale, individuale, concreto; problema di vita o di morte.
La mia Mèta è la vostra presa di coscienza di una più sublime Legge d'Amore e di collaborazione, che tutti vi unisca in un immenso organismo animato da una nuova universale Coscienza unitaria.
Ecco la Mèta nostra, la Parola eterna, il nutrimento che sazia, la soluzione di tutti i problemi, la sintesi massima.
E al Vangelo di Cristo io giungerò tramite le vie della Scienza, raggiungerò, cioè, il Vangelo per le stesse vie del materialismo, per fondere i due presunti nemici: Scienza e Fede, per dimostrarvi che non vi è strada che al Vangelo non conduca, per imporlo ad ogni essere razionale, rendendolo obbligatorio come è ogni processo logico.
Esso è la nuova Legge sovra-umana, il superamento biologico che l'evoluzione degli uomini impone in questo momento storico in cui sta per sorgere la civiltà del III millennio.
L'ora è giunta che questi concetti dimenticati e incompresi, predicati e non vissuti, esplodano per potenza propria nel momento decisivo dell'esistenza del mondo, fuori dal chiuso àmbito delle religioni, nella vita dove l'interesse lotta, il dolore sanguina, la passione travolge.
Il Vangelo non è un assurdo psicologico, sociale, scientifico. Non è negazione, ma affermazione di un'umanità più alta nel divino. La cosa semplice e tremenda che deve fare l'umano d'oggi, al bivio dei millenni, è di porre l'anima nuda dinanzi a Dio e di esaminare se stesso con grande sincerità e coraggio.
E se voi, anime assetate di azione esteriore, di movimento e di sensazione, non sapete udire nel silenzio la voce delle grandi cose che parlan di Dio e volete esplodere da questa intima vita dello Spirito nella vostra esteriore realtà umana ed operare, e gridare, e conquistare e vincere, anche col braccio e con l'azione; ebbene vi dico:
«Sorgete ed andate dal vostro nemico più acerbo, da colui che più vi ha tradito e straziato, e in nome di Dio perdonatelo ed abbracciatelo; andate da colui che più vi ha rubato condonandogli il debito e, in sopravanzo, dategli quanto possedete; andate da colui che maggiormente vi ha insultato e ditegli, in nome di Dio: io ti amo come me stesso, perché tu sei mio fratello».
Voi replicate: «Ciò è assurdo, è pazzo, è rovinoso; è impossibile sulla Terra questa deposizione di armi. E io vi dico: «Voi sarete gli uomini nuovi solo in quanto userete metodi nuovi. Non uscirete altrimenti "mai" dal ciclo delle vecchie condanne che eternamente puniranno la società delle sue molteplici colpe.
Per la medesima ragione per cui vi fu una Vittima sulla Croce, oggi l'umanità deve saper offrire se stessa per questa sua nuova, profonda, definitiva redenzione. E senza olocausto mai vi sarà redenzione.
E voi mi dite: «Noi abbiamo il dovere della vita». Ed io replico: « Quando con animo puro pronunciate: "In nome di Dio", allora trema la Terra, perché le forze dell'intero universo si muovono.
Quando siete veramente giusti e quando voi, innocenti, il violento colpisce usurpando la vittoria di un momento, l'Infinito si precipita ai vostri piedi per gridarvi vittoria e sollevarvi in alto trionfatori, fuori dal piccolo attimo del tempo in cui il nemico ha vinto, nell'eternità».
Ecco che cosa io chiedo alla Coscienza del mondo. La sua anima collettiva, libera come una sola, può scegliere e dalla scelta dipenderà il prossimo futuro. Un incendio deve divampare, tale da saper disciogliere tutto il ghiaccio di odio e di egoismo che vi divide, vi affama, vi tormenta.
Il mondo, da un emisfero all'altro mi ascolta e la mia Voce chiama a raccolta tutti gli uomini di Buona Volontà.
L'imminente scenario è l'atteso Regno di Dio, una costruzione grandiosa che deve manifestarsi, prima che nelle forme umane, nel cuore degli uomini; creazione innanzitutto interiore che avverrà per rendervi migliori. Se non comprenderete, la marcia del progresso planetario si arresterà per millenni. (Ved. QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI; ndr).
Ho voluto questa sosta a metà cammino, questa mutazione d'argomento e di stile, questa forte esplosione di passione dopo la fredda analisi scientifica, perché io sia compreso e «sentito» da tutti.
L'ho voluta, perché tale scritto, complesso per i semplici, superfluo per i puri di spirito che hanno già compreso, ricordi alla Scienza ( ved. QUI; ndr) che essa non è nata solo per far superba mostra di sé, ma che ha la responsabilità morale della guida delle coscienze; e le ricordi altresì che è da me toccata e superata per un fine molto più nobile di quello della conoscenza o dell'utilità che la muove.
Un fine che la medesima Scienza troppo spesso ha ignorato: l'Ascensione dell'uomo verso più alti destini.»
Foto di Maurizio Pignotti |
Questo profondo invito all'Amore, proveniente dai Cieli infiniti, ci porta a riflettere sul capitolo 25 di Matteo (versetti 31-46) quando al bilancio finale, il Cristo, Re dell'Universo, giudicherà tutti con la misura dell'amore donato agli altri: i fedeli altruisti (le pecore) alla Sua destra, e i negatori egoisti e calcolatori (i capri) alla Sua sinistra.
Ai primi dirà: "Venite, voi, benedetti del Padre Mio; ereditate il Regno che v'è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. Perché ebbi fame e Mi deste da mangiare; ebbi sete e Mi deste da bere; fui straniero e Mi accoglieste; fui nudo e Mi vestiste; fui ammalato e Mi visitaste; fui in prigione e veniste a Me."
E rispondendo al quesito inerente a quando i fedeli l'avrebbero fatto, aggiunse:
"In Verità, Io vi dico che tutto quanto avrete fatto ad ognuno di questi miei fratelli più piccoli, l'avrete fatto a Me".
E rivolto ai secondi sentenzierà: "
"Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! Perché ebbi fame e non Mi deste da mangiare..." e via di seguito...
Ricevendo quindi, ma all'inverso, la stessa domanda dei primi, ossia del quando non lo avrebbero fatto, Egli risponderà:
"In Verità vi dico: ogni volta che non avrete fatto queste cose ad ognuno di questi Miei fratelli più piccoli, non l'avrete fatto a Me."
"Giudizio Finale" - Mosaico della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo - Ravenna - VI secolo. |
«Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?». E il Cristo di rimando:
«Il primo di tutti i comandamenti è: (da Deuteronomio 6, 4-5) "Ascolta, Israele: il Signore Dio nostro è l'unico Signore. Tu AMERAI il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze". Questo è il primo e supremo comandamento.
Il secondo poi è simile a questo: (da Levitico 19, 18) "AMERAI il tuo prossimo come te stesso". Non vi sono comandamenti maggiori di questi. Essi rinchiudono tutta la Legge e i Profeti». (Mt. 22, 35-40).
Brano estratto da "La Grande Sintesi" di Pietro Ubaldi – Ed. Mediterranee.
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