Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

giovedì, dicembre 27, 2018

Pietro Ubaldi "Il Galileo Galilei dello spirito"

Mi è stato chiesto: "Potresti scrivermi un profilo su Ubaldi?"
È come dire: “Potresti farmi un profilo su Leonardo Da Vinci?” Certo, su quanti libri? Idem su Ubaldi. Non certamente così eclettico ma indubbiamente titano pure lui, seppur su un piano diverso: semplicemente super-umano.
Già, perché il nostro autore si è occupato, per tutta la vita, del mondo dell’Invisibile e in quale modo!
La concezione intellettuale di Ubaldi è enorme.
Essa raccoglie in sé il meglio (scusatemene la licenza ma per quanto assurdo possa sembrare così è!) di quanto è stato scritto in tutti i tempi riguardo alla Reale Essenza dell’uomo e dell’Universo, poiché le verità parziali sinora espresse, vengono qui condensate nella “visione” unitaria e omnicomprensiva della Luce dello Spirito.
Chiarisco subito il mio dire ardito. Naturalmente mi si potrà obbiettare: “Ma ti rendi conto di ciò che affermi? Hai mai sentito parlare di un certo Platone? E di Sant'Agostino? E di Maometto? E di Kant? E di Einstein?”. Signori, Amici, Vi prego di credere che quanto asserisco è certo e verificabile. Invito quindi, e perché no, sfido chiunque, alla lettura e allo studio del nostro autore, rimarrete a bocca aperta.
Ma veniamo a noi, chi è questo Ubaldi? Chi sarebbe questo essere alieno che ci disvela niente meno che l’essenza della vita dell’uomo e dell’ Universo?
Intanto è necessario che l’architettura del nostro discorso abbia delle fondamenta ben poste.
Il destino del nostro uomo è contrassegnato da una missione:
Ubaldi viene investito, dall’Alto, dell’incarico sacro di rivelare, all’umanità ignara, il “Metodo” per penetrare il mistero e accedere all’Imponderabile.
Egli tratta, se pur in maniera eccezionalmente chiara, pulita e logica, della vera sostanza di tutte le cose ed essa è profondamente Spirituale, per cui, i principi e le cause da cui si diparte, sono pressochè inaccessibili ai nostri limitati sensi fisici ma, ecco il doveroso e necessario "ma", non allo Spirito, nucleo centrale di tutto il nostro essere.
Infatti qui non si tratta di percorrere il metodo tradizionale della scienza attuale, che, per pervenire alla Verità (???), si getta nell’analisi del particolare, perdendo di vista o peggio scartando a priori, l’Unica via per pervenire alla Reale Verità del Tutto: rivolgersi alla Verità stessa affinchè ci illumini di Sé.
Sta scritto infatti che “la Verità verrà gridata dai tetti”, ed in questa profezia si colloca ed attua in tutta la sua grandezza il sistema d’indagine intuitivo di Ubaldi, tanto rivoluzionario da essere senza dubbio storico. Il nuovo Galileo dello spirito infatti, innova completamente la metodica di ricerca del Vero, condotta erroneamente dall’umana scienza con criterio geocentrico, a favore del solo Sistema interpretativo valido, quello Eliocentrico, del quale i profeti e i grandi ispirati del passato furono protagonisti.
Con tal sistema, l’universo non viene più spiegato attraverso le miopi e fallaci deduzioni dell’uomo, che di per sé non è altro che terra e polvere, ma ci viene rivelato dalla Fonte stessa dell’universo, dal Sole Divino che tutto regge, compenetra, dirige e governa.
Ubaldi addiviene così alla comprensione della Realtà, non per deduzione, ma appunto per intuizione, attingendo direttamente ai principi dei fenomeni.
Tali principi infatti governano e determinano lo sviluppo fenomenico poiché ne costituiscono il ritmo vitale.
In tal modo Ubaldi, captando le leggi generali e le sue formule, è in grado di risolvere qualsiasi problema particolare, perché di esse la soluzione è figlia.
Abbiamo individuato il Centro vitale del nostro autore: DIO. E specificamente il Cristo Dio. Però il Cristo universale, vivo e palpitante non quello offertoci da interpreti sordi e ciechi che ne hanno gravemente limitato la possanza con misere ed errate visuali antropologiche.
È tempo che si superino le chiusure delle religioni istituzionalizzate, cristallizzate in dogmi e cerimonie.
Urge che la parabola e l’allegoria lascino spazio ad una comprensione più ampia e chiara della Parola di Dio, in linea con la maggiore apertura mentale dell’uomo di oggi.
La visione della Verità in Ubaldi è a 360° . Egli, come tutti i veri luminari di ogni tempo, è un uomo consapevole dell’effettiva partecipazione del Divino Padre in noi e del Suo superlativo disegno d’Amore nei confronti di tutta l’umanità.
Il nostro autore perviene a questo traguardo a seguito sia di un innato anelito alla Verità e sia per l’ausilio del grande maestro (e per chi lo conosce profondamente, amico) dell’uomo: il dolore.
Ma la marcia in più di Ubaldi è data dalla maturità interiore e dalla sua Volontà d’Amare lo Sposo dell’anima: DIO!
È la potenza dell’Amore il vero motore che sprona Ubaldi in questo progresso esponenziale verso la Conoscenza sostanziale, perchè quanto più si conosce l’Amato, tanto più Lo Si riesce ad amare perché Lo Si rende contento facendo ciò che Egli vuole.
Niente, in effetti, come l’annientamento di noi stessi per Amore di Dio e dei fratelli ricolma l’anima di Luce e Fortezza, tipici doni dello Spirito Santo.
Ecco il Vangelo in atto e il premio promesso a chi Lo osserva qualunque cosa accada : il Consolatore.
Il nostro uomo, ha il Vangelo inciso nel cuore e realizza che le leggi di Dio imperano nel macro come nel microcosmo e ci si abbandona integralmente. Ci viene spiegato che questa sua capacità ultra normale di attingere direttamente al mondo delle idee in seno al Divino, non è frutto di studio o di particolari talenti da lui posseduti. È bensì il risultato di una sostanziale maturazione spirituale, che trova il consenso da parte delle benefiche forze della Vita che premiano ogni essere che, con sacrificio e rinunce, conduce quotidianamente il proprio martirio cristianamente.
Ma si ricorda che cristiani si deve esserlo sul serio! Necessita la consapevolezza di essere Spiriti che, incapsulati temporaneamente in un corpo per imparare la lezione di questa dimensione materiale, si risveglino alla propria Divinità crocifiggendo la carne sino alla resurrezione definitiva.
È solo, infatti, la presa di Coscienza del Cristo cosmico Via, Verità, Vita, che dimora in noi e in noi agisce se glieLo permettiamo, che ci consente la trasmutazione da esseri umani semi-animali a esseri super-umani, cioè l'uomo nuovo: l'alter Cristus.
Vivendo Cristo, Ubaldi ci dimostra concretamente come le forze dell’Universo, cooperino con l’uomo di buona volontà, in quanto la piccola volontà, aderendo alla Grande Volontà, diventa un tutt’Uno con Essa. Così l’umile operaio di Cristo diviene espressione della mano di Dio, un colosso.
Attenzione però, perché agisca la Divina Provvidenza sono indispensabili delle “conditio sine qua non” altrimenti essa non risponde. Ecco che i capisaldi dell'ascensione umana e conseguentemente mistica verso il Vero divengono, come Ubaldi magistralmente ci spiega, anzitutto di ordine etico; non solo maturità biologica animica del soggetto, ma anche integrità morale e poi annichilimento dei desideri verso la materia a pro degli aneliti dello Spirito.
In sintesi, il Vangelo vissuto, comporta l’affinamento di facoltà super-sensorie. La tendenza ascetica della creatura determina immediata la premurosa risposta del Creatore.
All’anima desiderosa di Amore e Sapere, risponde puntualissimo l’intervento Divino che premia lautamente il sacrificio che questa ha compiuto a livello materiale con ricompense di ordine spirituale.
L’anima si trova così innalzata a stadi di coscienza tanto più elevati, quanto più è rimasta umile nella sua condotta. In tal guisa essa, sollevata dalla Mano Divina, "vola"; sempre più in alto, sempre più su, sino a compenetrare il pensiero stesso di Dio ed in Esso fondersi e bearsi.
Lo Spirito, assurgendo a tali altezze, non perde la propria individualità anche se vengon meno i suoi contorni e ritrova se stesso come impercettibile goccia che nel mare infinito di Dio, torna ad essere Una col Tutto, Dio stesso.
L’uomo in sostanza conquista il Cielo man mano che si libera della prigione della carnalità e torna ad essere candidissima scintilla Divina.
In questo contesto, le rivelazioni ultrafaniche della Verità, che Ubaldi percepisce per legge di sintonia e simpatia diverranno, nel momento dell’adeguata maturità biologica, patrimonio universale.
Noi, minuscoli terrestri, non dobbiamo fare altro quindi, che ricalcare esattamente le orme dell'Unico Essere Perfetto che mai pose piede su suolo terrestre: il Cristo Dio.
Dopodiché avverrà ciò che Egli ha promesso:
Se mi amate osserverete i miei comandamenti. Ed Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di Verità… Io non vi lascerò orfani: ritornerò a voi. ….. se uno mi ama, osserverà le mie parole ed il Padre mio lo amerà, e Noi verremo a lui e in lui faremo dimora.” Gv. XIV, 15-23.
Così arriviamo ad intendere che Ragione e Fede confluiranno per evoluzione dell’anima umana, nell’unico concetto del monismo Divino.
Dio così, unico motivo di tutte le cose, diverrà un’aspirazione lucida di ogni essere, che comprenderà che la cosiddetta santità non è altro che la condizione idonea della creatura purificata dalle passioni umane che, amando più di se stessa il Suo Creatore e la di Lui Volontà, giunge alla pace beatifica già qui in terra.
È da intendersi che la via dell’ascensione umana essendo costruita sul sacrificio di noi stessi, fa si che il mistico dopo essersi immerso in queste correnti di pensiero (vibrazioni di altissima intellettualità chiamate noùri), torni nello stadio di coscienza ordinario, per condividere con i fratelli meno evoluti il dono che dall’Alto è stato concesso.
Ubaldi si distacca nettamente dalla tradizionale medianità ultrafanica e accede ad uno stato di vibrazione pensativa così rapido da divenire egli stesso lucido e attivo canale del messaggio Divino.
Egli cioè, entra talmente in sintonia con la musica Celeste della noùri ispiratrice, da sentirla risuonare costantemente nel proprio intimo, per cui egli e la noùri diventano un corpo unico, un solo Io.
L'Autore al riguardo, nel suo libro “Le noùri”, spiega dettagliatamente la meccanica del fenomeno, coronandolo di esattezza scientifica e dando così finalmente contezza di quanto accade al "medium" da un punto di vista fisiologico.
La nuova Scienza dello spirito che Ubaldi ci propone, dunque, ci porta ad intendere che le mitiche figure del mistico e del santo, come del genio e dell’eroe appaiono inspiegabili solo al biotipo comune. Questi non mira che ad un solo obbiettivo: soddisfare il proprio macroscopico ego.
Ma per l’individuo più sensibile ed evoluto, il super-uomo del Terzo millennio del quale Ubaldi ci parla, il traguardo è opposto. Si sintetizza in un motto: “Perdere tutto per avere Tutto”. Ossia annullare il nostro io per tornare a Dio.
Per chi aleggia su tali onde di pensiero, la santità o il misticismo non sono altro che la logica e naturale conseguenza di una raggiunta maturità spirituale.
Seguendo Ubaldi, siamo così pervenuti alla concezione del Sistema Divino, dove tutto è ordine, equilibrio, armonia.
La parola "caso", tanto impiegata dalla massa insipiente, diviene a queste altitudini spirituali, priva di significato e sapientemente corretta dalla parola Karma, chiave di lettura per l'intendimento delle inviolabili meccaniche Celesti.
Il mondo fenomenico viene finalmente così decifrato secondo la ferrea Legge di causa e di effetto, ove la Sapienza Divina regna Sovrana.
L’ignoto "al di là" assume così una conformazione tutta nuova ai nostri occhi e si illumina d’Immenso.
L’enciclopedica produzione letteraria di Ubaldi esposta in 24 volumi ed in un copiosissimo numero di articoli e libretti, non si conclude certamente in questo breve profilo nel quale si è voluto, con tanta umiltà, semplicemente proporre spunti di meditazione e promuovere la lettura e, perché no, lo studio di questo gigante dello Spirito.
Altro in questa sede non so narrare ma … “il Vento soffia dove vuole, tu ne senti la Voce, ma non sai né donde venga né dove vada”.

Biografia di Pietro Ubaldi

:: Pietro Ubaldi ::
Pietro Ubaldi nasce a Foligno il 18 Agosto 1886.




Frequenta l'Università di giurisprudenza a Roma, dove si laurea onorevolmente. Prima di laurearsi aveva appreso rapidamente, come ricordando un sogno lontano, il francese, l'inglese, il tedesco. Privatamente aveva fatto i suoi studi di pianoforte.

Viaggiò molto e si ammogliò. Ebbe due figli: Agnese e Franco, quest'ultimo morto nella seconda guerra mondiale.

Ricco, di una delle migliori e più antiche famiglie dell'Umbria, per fare l'esperimento integrale del Vangelo, si auto spoglia, con un metodo magistralmente descritto nel suo volume "Storia di un uomo"e si trova quindi nella necessità di lavorare per vivere.
Sfruttando la sua laurea in legge e la sua conoscenza delle lingue, vince un concorso e si reca a Modica, in Sicilia, ad insegnare l'inglese in quel liceo. Vi rimane per una stagione scolastica. 


Qui, nel Natale del 1931 e nei mesi successivi, scrive stupendi Messaggi spirituali, che presto fanno il giro del mondo, tradotti in spagnolo (tre edizioni), portoghese (cinque edizioni), inglese, arabo e francese.
Nel 1932 è a Gubbio dove insegna nel ginnasio Mazzantini e vi rimane fino al 1952. 

Scrive nella sua vita ventiquattro volumi ed un numero incommensurabile di articoli e libretti. L'idea genetica di uno dei suoi libri fondamentali per la comprensione dell'universo e le leggi della vita "La Grande Sintesi", l'ha in Falconara all'età di circa 27 anni. Un giorno in riva al mare, dinanzi all'incanto del creato, ha un'illuminazione che gli fa intuire l'essenza dell'Universo. Egli sentì all'evidenza che materia, energia, e spirito sono la medesima Sostanza e che la differenza tra l'una e l'altra è una differenza cinetica, come lui dice, cioè di movimento: rotatorio nella materia, ondulatorio nell'energia, vorticoso nello psichismo. "Se si fermasse il movimento — egli afferma - la materia dell'universo, si ridurrebbe a quello che effettivamente è: un pollice di nebbia impalpabile". E questo, pensato intorno al 1910 ed affermato nel 1933, non è poco!
Questa illuminazione è l'idea genetica della Grande Sintesi. Dal momento dell’illuminazione all'inizio della stesura dell'opera passano vent'anni che Ubaldi impiega per studiare ed intuire dove sono i punti di passaggio ed i limiti tra materia, energia e spirito. Nelle estati del 1933 - '34 - '35, in una villa a Colle Umberto presso Perugia, Ubaldi scrive "La Grande Sintesi", con un sistema d'indagine nuovo, che lui chiama intuitivo, ma che è anche ispirativo, medianico (perché media altri mondi), cosciente, non passivo, identico a quello dei grandi mistici.
Metodo che lui descrive mirabilmente nel suo volume "Le noùri" traendo paralleli interessanti con i grandi mistici, quali Santa Giovanna d'Arco, Santa Caterina da Siena, Beata Angela da Foligno e tanti altri. Con tale metodo sviluppa quest'idea genetica e traccia per la prima volta nella storia del pensiero filosofico e scientifico dell'umanità una teoria sulla nascita, vita e morte del nostro universo, degli universi che ci precedono e ci seguono nella via evolutiva e della genesi della materia, dell'energia e della vita sul pianeta Terra. Ma non è tutto qui il problema trattato dalla Grande Sintesi e dall'opera ubaldiana. Nel suo viaggio più che dantesco nel mare della conoscenza, Ubaldi sfiora e risolve tutti i problemi della scienza e dello spirito e preconizza soluzioni di problemi fino ad allora dalla scienza nemmeno sfiorati, come quello della disintegrazione atomica; ed estende il concetto di relatività einsteniana a tutti i fenomeni dell'universo (anziché solo ad alcuni aspetti matematici, come Einstein ha fatto) e il concetto dell'evoluzione darwiniana (che Darwin vide solo nelle forme) ad un'evoluzione di psichismo che è causa di evoluzioni morfologiche. "Sintesi e soluzione dei problemi della scienza e dello spirito" è il sottotitolo della Grande Sintesi, e vi garantisco che non è un titolo presuntuoso. Seme gettato certo troppo in anticipo per essere subito tutto fecondato e compreso, ma certo un giorno germoglierà e l'umanità saprà inquadrare la Grande Sintesi nella storia dell'umanità. Così preconizza Pietro Ubaldi. Opera certamente rivoluzionaria che produce un salto teologico dal monoteismo antropomorfico al monismo. L'umanità aveva certo bisogno di una Sintesi dell'umano sapere e Ubaldi l'ha data. L'umanità è assetata di sapere per risolvere i suoi problemi e la Grande Sintesi la disseta. Questo è certo il grande merito dell'Ubaldi e nessuno potrà contrastarglielo.

Oltre il problema scientifico Ubaldi tratta il problema della rinuncia, la funzione del dolore, la legge del lavoro, il determinismo ed il libero arbitrio, il problema della morte ed il superamento in una vita senza fine.
Per la prima volta nella storia pone le basi si una morale scientifica esatta, per la quale è molto utile agire bene per meritare bene, e di una filosofia scientifica del diritto.
Tratta infine di un Dio giusto, buono e provvidente, che è sempre presente nella vita di ognuno perché Legge esatta, ferrea, che tutto vede e tutto provvede, relegando quindi nell'assurdo l'idea del caso.
Collettivamente sono affrontati i problemi sociali, la genesi del diritto, l'etica internazionale, la guerra, il problema economico, il collaborazionismo (che sostituirà l'attuale edonistico che tanti guai ha creato all'umanità), il potere, lo Stato, il capo, l'arte...
L'ispirazione gigantesca della genesi mosaica torna alla luce, liberata dai veli del simbolo, per assurgere a verità scientifica, base di una nuova civiltà.
Ed il canto infatti termina con una visione ottimistica sulle sorti dell'umanità. Tutto il dolore attuale e tutti gli sconvolgimenti sociali hanno il senso di preparare la nascita di una nuova civiltà, la nuova civiltà del terzo millennio, che è di avvento imminente, ed alla quale Ubaldi dedica un libro.

La scienza e la fede poi, nemici irriducibili da secoli fino ad oggi, troveranno un punto di convergenza e d'intesa quando la scienza avrà scoperto l'esistenza dello spirito. E questa sarà la grande scoperta che ci aspetta. L'uomo di buona volontà, allora, emergerà beato da un inferno di prove e di sofferenze, in cui la sua insipienza lo ha condannato, e finalmente beato, sosterà in un mondo di pace in cui la conoscenza è un bene acquisito. Ed Ubaldi, con le sue opere, vi avrà contribuito, e non poco!
Il canto termina con il Vangelo poiché Ubaldi ha sempre avuto il Vangelo nel cuore. I suoi atti sono stati sempre improntati a questa ispirazione e lo possono testimoniare coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, me compreso, che ho avuto questa fortuna nel lontano 1941, attratto dai suoi scritti, quando solo e negletto, non era compreso da nessuno.

Della "Grande Sintesi" (ediz. Mediterranee) sono state fatte 5 edizioni e tradotte in spagnolo, portoghese, inglese, arabo ed esperanto.
Nel 1951 nell'America latina si costituisce un comitato onoranze pro Pietro Ubaldi e viene raccolto un milione di lire di allora, con il quale Ubaldi fa un giro di conferenze in quel continente.
Nel 1952 la sua residenza in Brasile diviene definitiva. Egli vive a San Vincente di San Paolo.
Qui in Brasile Ubaldi scrive dodici volumi della collana di ventiquattro volumi da lui scritti e divisi in trilogie secondo gli argomenti, ed in più tiene settimanalmente una conferenza alla Radio sotto il titolo "La Legge di Dio". È candidato per il premio Nobel per la letteratura ed ha rapporti con Einstein.
In Brasile ha passato periodi di assoluta indigenza, al limite della sopravvivenza, necessitante di aiuti continui.

Il 28 febbraio 1972 Ubaldi muore. 

Il canto tace per riprendere altrove sotto altre forme.

Egli è sepolto a San Vincente di San Paolo in Brasile. Nella facciata dell'abitazione che fu di Ubaldi a Gubbio, in via della Cattedrale, un'epigrafe così parla:

Pietro Ubaldi mistico dell'Umbria (1886-1972)
A cura di Riccardo Pieracci
Studioso e pittore in Firenze

:: piccola galleria fotografica ::

clicca per ingrandire l'immagine


Ubaldi, 1929 . Ubaldi, Italia - nel suo studio . Ubaldi, Brasile anni '50

Nessun commento: