La nota dell’Ansa:
A prima vista sembra una notizia decente, ma se uno ci ragiona si vede il “costrutto avviato”, il piano di logoramento messo in atto.
Il punto è questo: DEVE ESSERE L’ITALIA a chiedere il MES, e deve farlo per prima.
Questa è la condizione necessaria per far si che la Spagna acceda ai soldi del Mes.
A mio modo di vedere ci sono DUE MES, quello iniziale e il sucessivo.
Perchè?
Il MES non ha soldi, deve emettere obbligazioni per raccogliere fondi sul mercato. Ora, l’Italia ha il più grande monte di risparmi al mondo. Le regole di ingaggio del MES dicono che ” a maggioranza” gli stati possono chiedere all’Italia di coprire il suo impegno verso il MES, per la intera quota che l’Italia garantiva, cioè 111 miliardi di euro.
Quindi, riassumendo, PRIMA deve essere l’Italia a firmare il MES, poi seguirà la Spagna la quale riceverà il contributo MES (i soldi dell’Italia) a un tasso e a condizioni zero.
E’ già successo!
E’ il 2014
Quando scoppiò la crisi nel 2008 e la Grecia era sull’orlo del default, le banche tedesche, insieme a quelle francesi, erano esposte verso Atene per circa 100 miliardi di euro, mentre quelle italiane lo erano solo per 5 miliardi. Per salvare la Grecia (e l’euro), si ricorse alla ciambella del fondo salva stati (EFSM) che in pratica prevedeva il contributo economico di ogni singolo membro della Ue, non già in base alle somme investiste in Grecia, ma in base al peso specifico del loro Pil nell’Eurozona. Così l’Italia pagò e sta ancora pagando in misura eccessiva il salvataggio dei paesi colpiti dalla crisi (Grecia, Portogallo, Irlanda): ben 44 miliardi di euro, contro i 50 della Francia e i 67 della Germania. Secondo Eurostat, il contributo dell’Italia ai pacchetti di aiuti per i paesi dell’eurozona in difficoltà pesa il 2,8% del Pil e va a incidere sul debito pubblico. Poi a noi si racconta che il problema sono la mancanze di riforme, la burocrazia che non funziona, ecc. e per sostenere il debito pubblico interno è necessario imporre tasse e balzelli a più non posso. Tutti problemi che c’erano anche prima dell’introduzione dell’euro e prima della crisi del 2008. Né più, né meno. In Italia, pressione fiscale record per pagare i debiti dei tedeschi Ma la Germania non ha solo sottratto ingenti risorse finanziarie all’Italia con la politica dell’austerity e grazie all’euro, sta anche sostenendo i costi del proprio debito pubblico con le tasse degli italiani. Come? Imponendo sacrifici per mantenere il debito/Pil al di sotto del 3%. Altra stupenda invenzione dei tecnocrati tedeschi! Intanto la Germania paga una sciocchezza per sostenere il debito pubblico tedesco (meno dello 0,7% per un Bund decennale) che va pure riducendosi, mentre noi italiani paghiamo il 2%. La differenza, cioè lo spread, questo altro maledetto feticcio introdotto dai tecnocrati, si è tradotto in un aumento record della pressione fiscale in Italia (oltre il 43%). Eppure, solo due anni e mezzo prima l’Italia era stato l’unico paese dell’Eurozona a tenere in ordine i conti durante la crisi scoppiata nel 2008. Prova ne è che a fine 2010 Roma poteva vantare il miglior bilancio statale primario dell’Eurozona, pari al +0,1% del Pil, dopo quello dell’Estonia (+0,3%), mentre la Germania era al -1,6%, la Francia al -4,7%, la Grecia al -4,9%, il Portogallo al -7%, la Spagna al -7,7% e l’Irlanda al -27,5%. In più, il debito pubblico italiano figurava tra quelli cresciuti di meno in termini monetari tra il 2008 e il 2010: +180 miliardi di euro. Più di tutti era però cresciuto il debito pubblico tedesco, di ben 405 miliardi. Se poi si va a vedere il debito privato, l’Italia era quella messa meglio a livello europeo mentre la Germania annaspava ancora per i costi della riunificazione. Così, è indubbio che nel 2011 il Bel Paese, al di là delle problematiche interne non meno gravi di quelle di altre piazze europee, dovesse entrare nell’occhio del ciclone. E da lì partì l’attacco programmato ai titoli di stato con tutta la storia legata allo spread. Perché la Germania dice no agli Eurobond E i tanto invocati eurobond dell’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti sono finiti nel dimenticatoio.
Ma non solo, abbiamo dato alla Spagna , al Portogallo e all’Irlanda miliardi di euro…
Inoltre, l’Italia ha versato cash il 17% della sua quota MES pari a 14,8 miliardi di euro, ma A RICHIESTA DEVE VERSARE L’INTERA QUOTA IN UNA SETTIMANA.
Sapete quanto è l’intera quota? 125,394 MLD
Sottraendo i 14,8 già versati ecco i 111 MLD di cui sopra.
Il MES è anche incostituzionale violando l’articolo 47 della Costituzione, quello che tutela il risparmio.
Ma se possibile è ancora richiesto da Confindustria e dal PD e da tutto il sistema italiano…
Abbiamo un sacco di venduti.
La Spagna ce lo dice chiaro che lei non sarà la prima a chiedere il MES, mica son coglioni, lo sanno che in Italia ci sono i traditori degli italiani.
Di Franco Remondina (Dodicesima.com)
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