Da quando la Relatrice Speciale ONU Francesca Albanese ha presentato il suo ultimo Rapporto, l'aria della diplomazia internazionale è diventata irrespirabile. Non si tratta di un'analisi accademica, ma di una dichiarazione di guerra politica e legale contro un sistema che per decenni ha tratto profitto dalla sistematica spoliazione del popolo palestinese.
Questa non è solo una crisi umanitaria; è un crimine sistemico reso possibile dalla complicità di attori statali e privati.
1. Il Salto di Qualità : Da Sfruttamento a Genocidio
Il cuore del Rapporto è un'accusa terrificante: l'economia israeliana nei Territori Palestinesi Occupati (TPO) è passata da un sistema basato sullo sfruttamento e sull'apartheid a una modalità genocida in seguito agli eventi dell'ottobre 2023.
Il meccanismo che rende possibile tutto ciò è la "normalizzazione dell'illegale": la continua accettazione da parte del mondo delle pratiche di occupazione, che permette all'impresa coloniale di insediamento di sopravvivere e di innalzare continuamente il livello delle sue condotte criminali.
Il punto cruciale: Le aziende (banche, costruttori, tech) che per anni hanno tratto profitto dagli insediamenti illegali non si sono disimpegnate. Al contrario, sono ora direttamente coinvolte nell'economia del genocidio, fornendo le infrastrutture economiche, tecnologiche e finanziarie necessarie per infliggere violenza di massa e distruzione su vasta scala.
2. La Mappa della Complicità : Chi Trae Profitto?
Il Rapporto mette in luce oltre 1.000 entità aziendali (tra cui circa 45 esplicitamente citate) che beneficiano direttamente o indirettamente di questo sistema. La complicità non è limitata ai produttori di armi. Essa si estende a settori chiave:
Tecnologia e Big Tech (Progetto Nimbus): Aziende che forniscono sistemi di sorveglianza e servizi cloud che sostengono le operazioni militari e l'infrastruttura di controllo dell'occupazione.
Finanza e Assicurazioni: I giganti bancari e i fondi pensione (come BlackRock e Vanguard) che continuano a investire e finanziare aziende attive negli insediamenti illegali.
Costruzione ed Estrazione: Imprese che beneficiano dello sfruttamento illegale delle risorse palestinesi e della costruzione di insediamenti.
Aziende e dirigenti, afferma il Rapporto, operano ora "con la consapevolezza dei crimini che potrebbero essere commessi", trasformandosi in potenziali co-responsabili civili e penali ai sensi del Diritto Internazionale.
3. La Bufera Politica: Sanzioni e Silenzio Complice
L'impatto di questo Rapporto è andato oltre la denuncia legale, scatenando una reazione politica violenta e polarizzata:
L'Attacco alla Relatrice: La risposta più lampante è stata l'annuncio di sanzioni da parte degli Stati Uniti contro Francesca Albanese stessa. Un attacco senza precedenti a una funzionaria ONU che ha avuto l'unica colpa di adempiere al suo mandato: raccontare la verità e applicare il diritto internazionale.
La Responsabilità Governativa: Il Rapporto solleva pesanti interrogativi sulla condotta degli Stati membri ONU (inclusi molti Paesi occidentali) che, pur avendo l'obbligo di prevenire il genocidio, continuano a fornire armi e materiali bellici a Israele. Questa condotta, secondo gli esperti, potrebbe configurare una violazione del Diritto Internazionale e una complicità in atti genocidari.
Il Silenzio Imbarazzante: La battaglia politica si combatte nel silenzio. La mancata, o timida, difesa di Albanese da parte di alcuni governi, compreso il suo Paese d'origine, è un segnale preoccupante di come gli interessi geopolitici ed economici stiano prevalendo sui principi fondamentali dei diritti umani.
✊ È ORA DI CHIEDERE CONTO: LA NOSTRA DENUNCIA
Non possiamo più accettare l'idea che gli affari e i diritti umani siano sfere separate, specialmente di fronte a crimini internazionali così gravi.
Il Rapporto Albanese ci chiama in causa:
Chiedere la fine immediata di tutti i trasferimenti di armi e materiali ai Paesi coinvolti in violazioni del Diritto Internazionale Umanitario.
Esigere che le aziende si disimpegnino da tutti i progetti e le attività legate all'occupazione nei TPO.
Sostenere l'azione legale e le indagini per ritenere responsabili, in sede civile e penale, i dirigenti d'azienda che continuano a trarre profitto da questo sistema.
La verità è stata messa per iscritto. La bufera è in atto. È tempo di schierarsi, non con il silenzio complice, ma con il Diritto Internazionale e l'Umanità . Leggete il Rapporto, diffondete la denuncia.
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