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domenica, agosto 03, 2025

Lady Amira Principessa di Gaza

✨ Amira, luce nella nebbia di Bing Amira non l’ho mai incontrata. Non ho mai stretto la sua mano, eppure la sua immagine mi ha attraversato. L’ho vista in un video, su Instagram. Una clip breve, ma sufficiente a sentire il peso della sua grazia e ad ascoltare la sua voce — chiara, ferma, vibrante. È araba, musulmana, vive a Milano e lavora nella moda. Il suo volto è una dichiarazione: bellezza, dignità, fuoco. Mentre il mondo distoglie lo sguardo da Gaza, lei ha scelto di mostrarsi. Di dire. Di denunciare. E l’ha fatto con il sorriso fragile di chi trattiene le lacrime, ma non la verità. In quelle immagini c’era dolore. Il suo. Quello del suo popolo. Quello di chi vive lontano eppure non riesce a separarsi. Lei ci ha messo la faccia — letteralmente. E quel gesto, semplice e devastante, è diventato per me un faro. Amira è madre. E ogni madre conosce la paura, il coraggio, la dolcezza che si mescola alla rabbia. Milano le ha dato spazio, ma Gaza le ha lasciato radici. E in ogni abito che crea, in ogni posa che assume, in ogni parola che tace… c’è una storia che non smette di urlare. Non so cosa direbbe se leggesse queste righe. Forse non si riconoscerebbe. O forse sì. Forse sentirebbe che qualcuno, senza sapere, ha capito. Ha ascoltato. Ha ammirato. Io non racconto Amira. La scrivo, perché mi ha parlato senza parole — e con quelle parole che solo chi ha davvero vissuto sa pronunciare. E questa è la mia risposta: rispetto, silenzio, e luce. La sua.

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