Alcuni fatti per ricordare e capire: chi ha legiferato il Patto di Stabilità? https://it.wikipedia.org/wiki/Governo_Prodi_I
Sono sempre loro, quelli di sinistra che fottono gli italiani.
Se conoscete i fatti, questa roba diventa evidentissima, fu il governo Prodi e poi il governo Dalema a rendere legge il Patto di stabilità, eseguendo gli ordini della commissione UE.
Come detto, gli ordini della commissione valgono solo per l’Italia! Il Patto ” sancisce l’impegno degli Stati membri a perseguire l’obiettivo di medio termine di un saldo, prossimo al pareggio o all’avanzo del conto economico delle amministrazioni pubbliche. A questo fine, ed è qui che sta l’assurdo, si impone un “pareggio” a livello regionale e un “pareggio” a livello nazionale, per cui i singoli enti pubblici, anche se hanno un avanzo di bilancio, non possono spenderlo, perché quegli avanzi servono per “pareggiare”, a livello regionale o nazionale, i disavanzi degli enti meno virtuosi. Si tratta di una vera e propria assurdità foriera di danni per la nostra economia, in quanto si limitano gli investimenti tanto necessari per la “crescita” e per la “diminuzione del debito” (Paolo Maddalena)
La commissione UE, è in sostanza un organo di vigilanza dell’osservanza dei Trattati … solo che c’è osservanza e ooosservavanza, noi siamo ooosservati!
La Germania, viola continuamente il Target 2 da anni e la commissione UE non dice una mazza! La Francia, dovrebbe sforare il 3% di deficit e invece sfora del 4,7 o anche di più, quest’anno 4,9%, la Spagna? Sfora del 6% e oltre… Sapete che dice la commissione UE? Un cazzo!
La storia che ce lo ha chiesto l’europa, raccontata dai giornali leader della massoneria, come Repubblica, come il Corriere è assolutamente fals.
Tutti i provvedimenti degli ultimi 17 anni sono ILLEGALI, cioè violano i trattati firmati dagli stati:
“la Commissione Europea, non solo è stata intransigente in ordine ai limiti del predetto Trattato, ma ha consentito al Consiglio Europeo di inserire nel “diritto europeo derivato”, e, quindi, al di fuori dei Trattati, la regola che i Paesi in difficoltà, come il nostro, dovessero assolutamente “pareggiare i bilanci”, senza fruire neppure della possibilità di indebitamento nel limite sopra accennato del 3 per cento del Pil, al fine di deliberare investimenti necessari alla crescita e all’uscita dalla recessione. Ciò si è realizzato con il Regolamento n. 1466/97, divenuto applicabile il 1 gennaio 1999, data del lancio dell’euro . Esso è rimasto in vigore per tredici anni, sino al 6 dicembre 2011.(Paolo Maddalena)
Per inciso, lo sapete chi ha messo in Costituzione il Pareggio di Bilancio? MONTI, quello della luce in fondo al tunnel:
Tutti i trattati sono stati approvati sotto il Governo Monti dalla maggioranza PD+PDL+UDC.
Il MES e il Fiscal Compact sono stati approvati al Senato il 12/07/2012, alla Camera il 19/07/2012 e sono stati promulgati dal Presidente della Repubblica Napolitano il 23/07/2012. (E poi dicono che il bicameralismo rallenta l’approvazione delle leggi).
368 favorevoli (PD+PDL+UDC+Futuro e Libertà) e 65 contrari (Lega)
Però, per correttezza, devo dire che il “Pareggio di bilancio” fu votato dalla quasi totalità il 15-12-2011:https://parlamento16.openpolis.it/votazione/camera/pareggio-di-bilancio-in-costituzione-ddl-n-4205-4205-abb-a-voto-finale/37608
Cosi, TUTTI QUESTI DEPUTATI SONO “TRADITORI” DEL POPOLO.
” Il Regolamento ha così posto un principio nuovo in netto contrasto con quanto stabilisce il più volte citato Trattato di Maastricht. Quest’ultimo ha stabilito che gli Stati membri possono indebitarsi sino al 3 per cento, il Regolamento 1466/97 ha sostituito questo tre per cento con lo zero per cento. Il successivo Trattato di Lisbona ha riproposto il limite del 3 per cento, ma la Commissione ha continuato ad applicare contra legem il principio del pareggio del bilancio. E’ chiaro che questo Regolamento ha bloccato le potenzialità degli Stati in difficoltà a riprendere vigore ed ha provocato una spirale depressiva senza fine. Il successivo Regolamento 1175/2011 lo ha abrogato, constatando la sua illegittimità. Ma immediatamente si è dato spazio a provvedimenti costituenti applicazione anticipata del Fiscal compact. In tal modo la situazione è diventata ancor più confusa. D’altro canto, è da tener presente che il Fiscal compact (Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance, firmato il 2 marzo 2012, ratificato dall’Italia con legge 23 luglio 2012, n. 114, ed entrato in vigore il 1 gennaio 2013), è un “Trattato di diritto internazionale”, più precisamente un “Trattato intergovernativo”, e, di conseguenza, non ha nessuna influenza su quanto stabilito dai Trattati di Maastricht e di Lisbona in ordine all’euro. Per modificare la disciplina riguardante la moneta unica, occorrerebbe seguire la procedura di cui all’art. 48 del Trattato di Lisbona, non qualsiasi altra procedura. Ad aumentare la confusione, si legge nel Fiscal compact che esso è applicabile soltanto se conforme ai Trattati Europei.
Dunque, la conclusione da trarne è che il Fiscal compact non ha una base giuridicamente valida e che pertanto è un atto senza valore. Di conseguenza, il principio del “pareggio di bilancio” non fa parte dell’ordinamento europeo e niente ci imponeva di inserirlo nella nostra Costituzione, come ha fatto il governo Monti. Inoltre, questo inserimento nella Carta costituzionale è contro i principi e i diritti fondamentali che la Costituzione stessa riconosce e garantisce. Si tratta, per esser chiari, di un principio spurio da eliminare al più presto proponendo una questione di legittimità costituzionale davanti alla Corte costituzionale. Ciò nonostante, i nostri Governi continuano a affermare di voler seguire le prescrizioni europee e la situazione economica italiana continua a essere astretta da insostenibili vincoli internazionali e europei. L’esito finale non potrà che essere fatale. Sono in ballo l’appartenenza agli Italiani del territorio italiano e la stessa possibilità di sopravvivenza dell’intero Popolo.(Paolo Maddalena)
Come si vede, un parlamento di farabutti, sta continuamente depredando l’Italia e gli italiani. Non è solo la cessione di sovranità monetaria il problema, è anche la cessione della sovranità sulla politica economica che ci sta impoverendo in tutti i settori.
Alcuni aricoli della Costituzione?
36:Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionataalla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni casosufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia [31] un’esistenza libera e dignitosa [2099, 2100, 2101, 2102, 2120,2121, 2122, 2126, 2131 c.c.] .
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dallalegge [2107, 2108 c.c.] .
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annualiretribuite, e non può rinunziarvi [2109]
37: La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore . Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare [31] e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione .
La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato .
La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione
38: Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale (1).
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria [2110c.c.] .
L’assistenza privata è libera
39: L’iniziativa economica privata è libera [2082 ss. c.c.] (1).
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana [2087 c.c.] (2).
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica (3) e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali (4) (5)..
47:La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito (1).
Favorisce l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice (2) e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese (3).
Di Franco Remondina (Dodicesima.com)
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