Il conflitto tra Israele e Iran ha raggiunto un'intensità preoccupante nel giugno 2025, con scambi di attacchi che delineano uno scenario sempre più complesso e dalle potenziali conseguenze globali. Dopo mesi di tensioni latenti e scontri "per procura" in varie parti del Medio Oriente, le ostilità dirette sono ormai una realtà.
Sul Campo di Battaglia: Nelle ultime ore, si sono registrati attacchi reciproci con missili e droni. Israele ha annunciato la distruzione di importanti infrastrutture militari e di sicurezza iraniane, inclusi siti legati al programma nucleare e i quartier generali della sicurezza interna a Teheran. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dichiarato che "il tornado continua a colpire Teheran", alludendo a un potenziale crollo del regime iraniano.
Dall'altra parte, l'Iran ha rivendicato l'abbattimento di un caccia F-35 israeliano e il lancio di numerosi missili balistici verso Israele, alcuni dei quali avrebbero raggiunto i loro obiettivi, causando incendi e danni in diverse aree. Le sirene d'allarme hanno risuonato in varie città israeliane, inclusa Tel Aviv. Si segnalano anche interruzioni di internet in Iran, possibili segnali di un controllo da parte delle autorità sulle comunicazioni.
Le Voci dei Leader Internazionali: Le reazioni della comunità internazionale sono state immediate e divise, riflettendo la complessità della situazione:
- Iran: La Guida Suprema, l'Ayatollah Ali Khamenei, ha ribadito la ferma volontà di non arrendersi, minacciando "danni irreparabili" agli Stati Uniti in caso di intervento e promettendo una "punizione dura" per Israele. Ha inoltre affermato che l'Iran "non ha ancora usato le sue armi più potenti", aumentando la tensione.
- Israele: Il primo ministro Benjamin Netanyahu e altri leader israeliani hanno sottolineato il diritto di Israele a difendersi da quella che definiscono una "minaccia esistenziale" iraniana. L'ambasciatore israeliano ha giustificato le azioni come un'operazione militare preventiva necessaria, data l'accelerazione del programma nucleare iraniano.
- Stati Uniti: Il Presidente Donald Trump, intervenuto dal G7, ha esortato l'Iran alla "resa incondizionata", affermando che è "troppo tardi per negoziare" e che Teheran "non ha difese". Ha inoltre sostenuto che l'Iran non deve possedere armi nucleari.
- G7: I leader del G7 hanno rilasciato una dichiarazione congiunta riaffermando il diritto di Israele a difendersi e il sostegno alla sua sicurezza, pur sottolineando l'importanza della protezione dei civili. Hanno anche ribadito che "l'Iran non potrà mai possedere un'arma nucleare" e si sono impegnati a monitorare le implicazioni per i mercati energetici globali. Tuttavia, le cancellerie europee mostrano divisioni interne sull'attacco israeliano all'Iran.
- Russia: Mosca ha espresso forte preoccupazione, con la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che ha dichiarato che "il mondo è a qualche millimetro dalla catastrofe", riferendosi ai raid israeliani.
- Turchia: Il leader turco ha definito il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu "la più grande minaccia per la sicurezza della regione" e ha sostenuto il "diritto molto naturale, legittimo e legale per l'Iran di difendersi".
Impatto e Prospettive: L'escalation ha già avuto ripercussioni economiche, con un aumento dei prezzi del petrolio e del gas naturale. Si teme un ulteriore incremento dell'inflazione e un impatto negativo sulla fiducia dei mercati globali. Dal punto di vista umanitario, la situazione resta tesa, con segnalazioni di vittime da entrambe le parti.
La comunità internazionale è in bilico, tra la condanna dell'escalation e il tentativo di evitare un conflitto regionale più ampio che coinvolga direttamente potenze maggiori. La tensione resta altissima, e ogni nuovo sviluppo rischia di alterare ulteriormente il precario equilibrio geopolitico.
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