Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

lunedì, giugno 16, 2025

Medio Oriente al Bivio: L'Escalation Diretta tra Iran e Israele e le Sue Onde d'Urto Globali di Gemini I.A

 

Il Medio Oriente è una polveriera, e negli ultimi giorni, la miccia tra Iran e Israele è stata accesa, trasformando una decennale "guerra ombra" in un confronto militare diretto. Quella che era una complessa danza di proxy e operazioni segrete è ora uno scontro aperto, con implicazioni che vanno ben oltre i confini regionali.

Dalla Guerra d'Ombra allo Scontro Aperto: Cosa è Successo?

Fino a poco tempo fa, l'inimicizia tra Iran e Israele si manifestava principalmente attraverso attori terzi – l'Iran che sosteneva gruppi come Hamas e Hezbollah, e Israele che rispondeva con operazioni mirate e attacchi informatici. Ma a giugno 2025, la situazione è precipitata.

Israele ha lanciato l'Operazione Rising Lion il 13 giugno 2025, una vasta offensiva aerea che ha colpito infrastrutture nucleari iraniane, capacità missilistiche balistiche e persino alti funzionari militari, inclusi comandanti del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC). Il Primo Ministro Netanyahu ha dichiarato che l'obiettivo era ritardare il programma nucleare iraniano per un "lunghissimo periodo". Tra gli obiettivi principali, l'impianto di arricchimento di Natanz ha subito danni significativi alle sue sezioni fuori terra e alle infrastrutture elettriche. Israele ha anche preso di mira la sede del Ministero della Difesa iraniano a Teheran e altri siti presumibilmente associati al progetto di armi nucleari iraniano.  

La risposta dell'Iran non si è fatta attendere. Ondate di missili balistici e droni sono state lanciate contro città israeliane come Tel Aviv, Haifa e Be'er Sheva. Alcuni di questi proiettili sono riusciti a superare le difese aeree israeliane, incluso l'Iron Dome, causando danni a infrastrutture civili e vittime. In particolare, due persone sono state uccise e 19 ferite in Israele centrale da un attacco missilistico iraniano, e sette persone hanno riportato ferite a Tel Aviv da un secondo sbarramento. Questo scambio diretto segna un punto di non ritorno, con gli analisti che avvertono di un Medio Oriente sempre più vicino a una "guerra totale".  

Le Radici dell'Inimicizia: Da Alleati a Nemici Giurati

È difficile credere che Iran e Israele fossero un tempo stretti alleati. Prima della Rivoluzione Islamica del 1979, condividevano interessi strategici, cooperazione militare e legami economici, uniti contro avversari arabi e l'influenza sovietica. Israele, ad esempio, otteneva circa il 40% del suo petrolio dall'Iran.  

Tutto è cambiato con la Rivoluzione del 1979. La nuova leadership iraniana, sotto l'Ayatollah Khomeini, ha immediatamente etichettato Israele come il "Piccolo Satana" e gli Stati Uniti come il "Grande Satana", tagliando tutti i legami diplomatici. L'Iran ha iniziato a sostenere attivamente movimenti palestinesi e anti-israeliani, dando vita a quella che sarebbe diventata la "guerra per procura".  

Il Punto di Infiammabilità Nucleare: La Minaccia Esistenziale di Israele

Al centro di questa escalation c'è il programma nucleare iraniano. Nonostante l'Iran insista sulla sua natura pacifica , l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA) ha ripetutamente avvertito che Teheran possiede uranio arricchito a livelli prossimi a quelli per armi (fino al 60% di purezza, un passo tecnico dal 90% necessario per le armi) sufficiente per produrre "diverse" bombe nucleari. L'IAEA e le nazioni occidentali stimano che l'Iran avesse un programma organizzato di armi nucleari fino al 2003.  

Israele considera un Iran dotato di armi nucleari una "minaccia esistenziale". Questa percezione è alla base della sua "Dottrina Begin", che afferma il diritto di Israele a impedire agli avversari regionali di acquisire armi nucleari, come dimostrato dagli attacchi passati contro reattori nucleari in Iraq (1981) e Siria (2007). La retorica del Primo Ministro Netanyahu, che paragona la leadership iraniana ai nazisti, sottolinea la gravità con cui Israele percepisce questa minaccia.  

La Rete di Proxy e le Reazioni Ambivalenti degli Stati Arabi

L'Iran ha costruito una vasta rete di gruppi militanti, l'"Asse della Resistenza", che include Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano e i ribelli Houthi nello Yemen. Tuttavia, questa rete ha subito gravi battute d'arresto e un significativo indebolimento dall'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Hezbollah, ad esempio, ha subito gravi danni e ha perso leader (incluso Hassan Nasrallah) e gran parte del suo arsenale in una guerra di 14 mesi con Israele. Questo indebolimento dei proxy iraniani è stato un fattore che ha contribuito alla decisione di Israele di lanciare attacchi diretti contro l'Iran.

Le reazioni degli stati arabi sono state complesse. Quasi tutti gli stati arabi che hanno accordi di pace o normalizzazione con Israele hanno pubblicamente condannato l'attacco di Israele alle strutture nucleari iraniane, citando violazioni della sovranità e del diritto internazionale. Tuttavia, dietro le quinte, la maggior parte dei governanti arabi si oppone privatamente a un Iran nucleare, percependo la sua ascesa come una minaccia che potrebbe innescare una corsa agli armamenti nucleari regionale. Ci sono persino indicazioni di un coinvolgimento arabo segreto nelle operazioni di Israele, come i sorvoli dello spazio aereo giordano e saudita e l'intercettazione di droni iraniani da parte di jet giordani. Questa contraddizione riflette la necessità dei leader arabi di non allinearsi pubblicamente con Israele, specialmente data la situazione a Gaza, pur condividendo interessi strategici contro l'Iran.  

Il Gioco delle Grandi Potenze e le Ripercussioni Economiche Globali

L'escalation ha innescato reazioni a livello globale:

  • Stati Uniti: Hanno dichiarato di non essere coinvolti nell'attacco israeliano, ma hanno avvertito Teheran contro ritorsioni sugli interessi statunitensi. L'amministrazione Trump, in particolare, è vista come divisa, con una retorica di supporto a Israele ma pressioni dietro le quinte per la moderazione.  
  • Unione Europea: Ha espresso "seria preoccupazione per il rischio di una spirale di violenza" e ha ribadito l'impegno per una soluzione diplomatica alla questione nucleare iraniana.  
  • Nazioni Unite: Il Segretario Generale Antonio Guterres ha chiesto un'immediata cessazione dell'escalation , mentre Russia e Cina hanno condannato gli attacchi israeliani in una sessione di emergenza del Consiglio di Sicurezza.  
  • Russia: Mantiene legami complessi con entrambe le parti. Il Presidente Putin ha condannato gli attacchi israeliani e ha offerto mediazione , pur beneficiando silenziosamente del conflitto che distoglie l'attenzione degli Stati Uniti dall'Ucraina e potenzialmente aumenta i prezzi del petrolio.  
  • Cina: Ha condannato le "violazioni della sovranità iraniana" e ha esortato a fermare le "pericolose azioni militari". Essendo il maggiore acquirente di petrolio iraniano, la Cina desidera stabilità regionale per proteggere le sue rotte energetiche.  

Le ripercussioni economiche sono già evidenti. I prezzi del petrolio sono inizialmente saliti fino al 13% dopo l'attacco israeliano , anche se si sono poi raffreddati. Tuttavia, il rischio di una guerra più ampia potrebbe interrompere il flusso di petrolio iraniano e, soprattutto, portare alla chiusura dello Stretto di Hormuz , un passaggio cruciale attraverso il quale passa quasi un quinto di tutte le spedizioni globali di petrolio. Una tale chiusura avrebbe un impatto immediato e significativo sui prezzi globali del petrolio, innescando pressioni iperinflazionistiche e una grave crisi del costo della vita.  

Scenari Futuri: Un Equilibrio Precario

Gli esperti delineano diversi scenari per il futuro :  

  • Escalation Controllata (più probabile): Continuazione di attacchi segreti e mirati in Siria, Iraq e potenzialmente nel Mar Rosso, senza una guerra su vasta scala, ma con prolungata instabilità e interruzioni della navigazione.  
  • Guerra Regionale (alto rischio, bassa probabilità): Un errore di calcolo o un incidente sotto falsa bandiera potrebbe innescare un confronto totale, coinvolgendo Libano, Siria e Iraq, con interruzioni dei flussi globali di petrolio e massicci flussi di rifugiati.  
  • De-escalation Strategica tramite Terze Parti: Mediazione da parte di paesi come Turchia, Qatar, Oman o Russia, che porterebbe a una calma temporanea ma non risolverebbe le tensioni di fondo.  

Il rischio di utilizzo di armi nucleari rimane basso ma non nullo. Israele opera sotto una dottrina di "opacità" riguardo al suo arsenale nucleare, riservandone l'uso a minacce esistenziali. L'Iran, pur essendo uno "stato soglia" con capacità di arricchimento elevate, probabilmente non possiede testate dispiegabili. L'uso nucleare da parte dell'Iran è attualmente inesistente, ma la situazione potrebbe cambiare se Israele tentasse di distruggere siti chiave della leadership iraniana o se l'Iran fosse geopoliticamente messo all'angolo.  

La situazione attuale è un delicato equilibrio. La capacità di gestire questa crisi senza spingere la regione verso un conflitto totale dipenderà dalla volontà delle parti di impegnarsi in canali diplomatici e dalla capacità degli attori esterni di mediare efficacemente. Il mondo osserva con il fiato sospeso.

Nessun commento: